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22/12/24 ore

Comitato Nazionale di Radicali Italiani: Mozione generale (3/5 ottobre 2014)



 Il Comitato Nazionale di Radicali Italiani, riunito a Roma dal 3 al 5 Ottobre 2014, saluta l’anno politico che volge al termine e che si concluderà con il prossimo XIII Congresso, come l’anno in cui le giurisdizioni nazionali e internazionali hanno finalmente emesso rivoluzionarie sentenze che hanno recepito diritti umani fondamentali, obiettivi storici delle lotte del movimento radicale: dall’abrogazione per incostituzionalità delle parti più proibizioniste della legge Fini-Giovanardi sugli stupefacenti, raggiunte con la sentenza della Corte Costituzionale del 12 febbraio 2014, alla demolizione di molti degli aspetti più odiosamente restrittivi dell’accesso alla procreazione medicalmente assistita ottenuti, questi ultimi, grazie al perseverante impegno politico e professionale della segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo, già protagonista di importanti successi in materia di fecondazione in vitro anche presso la Corte Europea dei Diritti dell’uomo e la Corte interamericana.

 

Il 2014 è anche l’anno in cui l’ultradecennale campagna dei Radicali per la legalizzazione delle droghe trova autorevoli e diffusi consensi a livelli nazionali e internazionali per l’abbandono delle politiche proibizioniste, creando le premesse per la riforma delle convenzioni Onu in materia. Sul fronte italiano, si tratta della realizzazione dell’ordine del giorno radicale “Poretti – Perduca”, sostenuto nel tempo dall’Associazione Coscioni e dal Sen. Manconi, affinché lo stabilimento militare chimico-farmaceutico di Firenze produca cannabis a fini terapeutici. Su questo fronte, il Comitato ringrazia la straordinaria mobilitazione dell’Associazione LapianTiamo di Racale (LE) condividendone in pieno le finalità.

 

Il Comitato Nazionale di Radicali italiani riconosce l’importanza delle associazioni territoriali come fulcro della politica radicale e ringrazia tutti i loro iscritti che, con il loro costante impegno, garantiscono la realizzazione, la continuità e la conoscenza delle battaglie radicali, sia a livello territoriale più prossimo, sia a livello nazionale e transnazionale. Il Comitato, nell’augurare a Marco Cappato un buon lavoro per il suo nuovo incarico, riconosce il lavoro e l’importante risultato ottenuto grazie al generoso impegno dei compagni milanesi i quali, seppure nella totale disinformazione (anche istituzionale), sono riusciti a rompere il muro del regime (s)partitocratico in occasione dell’elezione di secondo grado per il Consiglio della città metropolitana di Milano. Il Comitato ringrazia altresì tutti i compagni che hanno lottato – e che lotteranno – per raggiungere un analogo risultato laddove interessati da analoghe elezioni.

 

La via del ricorso alle giurisdizioni si rivela ormai strumento imprescindibile di lotta per affermare lo Stato di diritto, democratico, federalista in una realtà in cui la degenerazione partitocratica e corporativa ha fatto precipitare l’Italia agli ultimi posti delle classifiche mondiali riguardo all’amministrazione della giustizia, alla libertà di impresa, all’inarrestabile formazione del debito pubblico.

 

Rilevato che

 

  • l’enorme arretrato del carico processuale anche sul fronte civile costituisce ormai un vero e proprio stato di denegata giustizia, determinando una vera e propria ipoteca sull’economia nazionale, e rappresenta, come già denunciato nel 2007 dalla Commissione Tecnica per la Finanza Pubblica, “una fonte di costi rilevanti per il sistema produttivo in termini di crescita e produttività”,

  • nella relazione presentata all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2014 lo stesso Ministero della giustizia ha ammesso che l’alto numero di condanne risarcitorie a carico dello Stato nei procedimenti attivati ai sensi della legge Pinto, ed i limitati stanziamenti sul relativo capitolo di bilancio, hanno comportato un forte accumulo di arretrato del relativo debito ancora da pagare che, ad ottobre 2013, ammontava ad oltre 387 milioni di euro,

  • che a queste cifre devono aggiungersi tutti gli esborsi conseguenti alle condanne inferte all’Italia per le violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo in particolare per la situazione delle nostre carceri ed i trattamenti inumani e degradanti subiti dai detenuti, nonché le ulteriori condanne che deriveranno dai procedimenti instaurati ai sensi della Legge Pinto ad oggi ancora pendenti, oltre al maturare di interessi moratori per i ritardi nei  pagamenti degli stessi risarcimenti,

  • che anche sul fronte civile nulla è stato fatto per evitare la reiterata violazione del diritto ad ottenere giustizia in termini ragionevoli, previsto dall’art. 6 della Convenzione,

    dà mandato agli organi dirigenti di depositare presso la Corte dei Conti l’esposto elaborato dall’Avv. radicale Deborah Cianfanelli volto ad ottenere l’apertura di un’inchiesta giudiziaria sul danno erariale arrecato ai cittadini dall’inerzia di uno Stato che da decenni nega loro il diritto ad un sistema giudiziario giusto ed efficiente.

  • Il Comitato Nazionale di Radicali italiani constata la drammatica attualità del messaggio che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha indirizzato alle Camere un anno fa proprio

  • Pinto ad oggi ancora pendenti, oltre al maturare di interessi moratori per i ritardi nei pagamenti degli stessi risarcimenti,

  • che anche sul fronte civile nulla è stato fatto per evitare la reiterata violazione del diritto ad ottenere giustizia in termini ragionevoli, previsto dall’art. 6 della Convenzione,

 

dà mandato agli organi dirigenti di depositare presso la Corte dei Conti l’esposto elaborato dall’Avv. radicale Deborah Cianfanelli volto ad ottenere l’apertura di un’inchiesta giudiziaria sul danno erariale arrecato ai cittadini dall’inerzia di uno Stato che da decenni nega loro il diritto ad un sistema giudiziario giusto ed efficiente.

 

Il Comitato Nazionale di Radicali italiani constata la drammatica attualità del messaggio che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha indirizzato alle Camere un anno fa proprio sulle questioni della giustizia e del carcere. Rivolgendosi ai parlamentari e chiedendo loro di prendere in considerazione provvedimenti straordinari quali l’amnistia e l’indulto, il Massimo Magistrato della Repubblica sottolineò che l'Italia aveva l'obbligo di affrontare le questioni poste “per imperativi pronunciamenti europei”. Si tratta di questioni e ragioni – scrisse il Presidente - che attengono a quei livelli di civiltà e dignità che il nostro Paese non può lasciar compromettere da ingiustificabili distorsioni e omissioni della politica carceraria e della politica per la giustizia.

 

Il Comitato Nazionale di Radicali italiani rileva altresì che anche la delegazione di esperti dell’ONU sulla detenzione arbitraria che ha visitato le carceri italiane dal 7 al 9 luglio ha avanzato raccomandazioni e proposte puntuali analoghe a quelle formulate dal Presidente Giorgio Napolitano nel messaggio alle Camere volte a interrompere lo stato di illegalità in cui versa l’amministrazione della giustizia e la sua appendice carceraria nel nostro Paese, incluse le proposte in materia di amnistia e indulto, che sono "quanto mai urgenti per garantire la conformità al diritto internazionale" anche secondo gli esperti ONU, i quali hanno aggiunto e chiesto, tra l’altro, di rispettare "quanto statuito dalla sentenza Torreggiani" e di “allineare il regime detentivo speciale previsto dall'articolo 41-bis agli obblighi internazionali in materia di diritti umani.

 

Livelli di civiltà e di dignità che richiedevano ed esigono oggi – come ha avuto modo di dire il Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso riferendosi all’esemplarità delle lotte di Marco Pannella e dei radicali – “l’implacabilità dell’intransigenza”, “anche quando le difficoltà sembrano vincerci”. Sotto questo aspetto è da salutare con gioia l’approvazione il 22 settembre scorso da parte del Consiglio regionale dell’Abruzzo della risoluzione a sostegno del Satyagraha dei Radicali per l’amnistia e l’indulto, per la riforma della giustizia e per legalità della pena; risoluzione calendarizzata e votata a seguito di un lungo e difficile sciopero della fame del radicale teramano Ariberto Grifoni.

 

Sul fronte specifico delle carceri, il Comitato dà mandato agli organi dirigenti di attivare gli strumenti necessari a salvaguardare i diritti dei detenuti tutt’oggi sottoposti a trattamenti inumani e degradanti in violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti Umani. Il fatto che la Corte di Strasburgo abbia annullato quasi 4.000 ricorsi con la motivazione di “non avere prove per ritenere che il rimedio preventivo e quello compensativo introdotti dal Governo con i decreti legge 146/2013 e 92/2014, non funzionino”, esige una grande mobilitazione di tutta la comunità penitenziaria. Occorre infatti dimostrare – come già Radicali italiani ha denunciato a maggio e a settembre con i dossier presentati al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa - che i rimedi previsti dal Governo non solo sono umilianti per chi ha subito trattamenti equiparabili alla tortura, ma che neppure funzionano a causa della totale inefficienza della Magistratura di sorveglianza, inadeguata persino a rispondere alle istanze di ordinaria amministrazione avanzate dalla popolazione detenuta.

 

Il Comitato Nazionale di Radicali italiani manifesta la sua gratitudine al Prof. Andrea Saccucci che, con la collaborazione diretta di Marco Beltrandi e Giuseppe Rossodivita, ha consentito alla Lista Pannella (e consentirà al nostro movimento nei prossimi giorni) di presentare ricorso alla Corte di Strasburgo per ottenere dal servizio pubblico radiotelevisivo il diritto alla conoscenza e all’informazione, negato al popolo italiano in violazione dell’art. 6, par. 1, e dell’articolo 10 della CEDU nella parte in cui la Convenzione garantisce il diritto di comunicare e ricevere informazioni nonché il diritto al pluralismo informativo. È la prima volta in cui tutto il "caso Italia" relativo all’informazione -e grandissima parte del caso radicale- viene portato alla Corte EDU.

 

Il Comitato impegna gli organi:

 

° a promuovere, nelle forme adeguate, la partecipazione al prossimo Congresso di coloro che hanno dato vita alla Lega per l'uninominale;

° ad invitare a Congresso forze politiche e sociali potenzialmente interessate all'opera di denuncia della condizione di criminalità dello Stato e all'attivazione degli strumenti di iniziativa popolare ad ogni livello, dall'Europa ai Comuni.

 

Il Comitato dà infine mandato agli organi dirigenti di assicurare il necessario autofinanziamento per organizzare il XIII Congresso all’insegna della massima apertura a contributi di personalità esterne al Movimento, e invita iscritti e simpatizzanti a mobilitarsi per assicurare una grande partecipazione all’assise congressuale che si aprirà alla fine del mese di ottobre a Chianciano Terme.

 


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