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23/11/24 ore

Milano, preservativi a scuola: sì della Provincia, no dei genitori


  • Serena Guerrera

Il Consiglio provinciale di Milano ha approvato una mozione che chiede alla Giunta di favorire l’installazione di distributori di preservativi nelle scuole superiori della Provincia a prezzi calmierati.

 

La proposta - presentata a inizio dicembre in occasione della Giornata contro l’Aids - è stata approvata con 20 voti favorevoli, 7 contrari e 5 astenuti e impegna l’amministrazione a siglare un accordo diretto con i produttori al fine di installare un dispenser in ciascuno dei 150 istituti della provincia di Milano.

 

Questa, infatti, si è dichiarata favorevole all’iniziativa il cui scopo sarebbe quello di sensibilizzare i ragazzi delle scuole superiori sull’importanza della prevenzione; ma pare non siano dello stesso parere i direttori scolastici e le associazioni dei genitori: ed è polemica.

 

Nonostante le ultime indagini rivelino che nel 2012 in Italia le morti per Aids sono aumentate soprattutto tra i giovani e che l’uso del preservativo è diminuito, l’associazione dei genitori cattolici (Age), appresa la notizia, ha inviato all’assessore provinciale all’istruzione, Marina Lazzati, una nota in cui si denuncia la proposta: “Il pericolo è che la lotta all’Aids – scrive l’Age - sia in questo momento ridotta a espediente tecnico per evitare il peggio, inducendo nei ragazzi, nei docenti e nei genitori atteggiamenti deresponsabilizzati e ponendo i ragazzi in situazioni ambigue di imbarazzo e di disagio”.

 

L’associazione genitori chiede pertanto che siano i consigli di istituto a decidere su questa ipotesi, e che comunque le scuole dichiarino al momento delle iscrizioni che cosa intendono fare, “minacciando” tra le righe di evitere di iscrivere i figli negli istituti dove venisse installato un distributore di profilattici.

 

A pronunciarsi in merito ai condom per glis tudenti anche la Lega Italiana Lotta contro l’Aids: “Abbiamo mandato centinaia di progetti a scuole di tutta Italia – spiega Massimo Oldrini del coordinamento milanese e nazionale Lila – ma alla fine quelle che hanno aderito si contano sulle dita di una mano”.

 

“La cosa più sconvolgente – conclude Oldrini - è che non ci sono distributori neppure nelle università, a differenza di quanto avviene in tutta Europa. La verità è che in Italia i giovani hanno solo la farmacia e il supermercato, a un euro e 20% di Iva. Non si fa così prevenzione”.


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