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22/11/24 ore

Cie, la rivolta di Ponte Galeria



Coperte, materassi, vestiti in fiamme. E' ancora rivolta al Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria, 'rifugio' per gli immigrati in attesa di essere rimpatriati. Un gruppo di ospiti del Cie alle porte di Roma si è infatti asserragliato nella struttura dando fuoco ad alcuni oggetti mentre altri rivoltosi si sono arrampicati sui tetti, avvolti da una lunga colonna di fumo nero che ha reso inagibile l'edificio.

 

Sul posto sono stati inviati gli agenti del reparto mobile della Questura e del commissariato della Polizia di Stato di Fiumicino: al momento non si contano feriti e i vigili del fuoco accorsi sul posto avrebbero già domato il rogo.

 

Ma la situazione resta ancora incandescente in un centro che ospita centinaia di immigrati irregolari “in precarie condizioni di vita”, “dove basta poco per scatenare la miccia della protesta e della contestazione”, come spiegato dal Garante dei detenuti, Angiolo Marroni.

 

Una rivolta in cui, sostiene Gianni Alemanno ai microfoni di Radio Radio, sono da scindere due componenti: "Una sarà legata alle condizioni di vita nel Cie di Ponte Galeria, che probabilmente non saranno soddisfacenti come purtroppo non sono soddisfacenti le condizioni di vita in altri luoghi di restrizione della nostra Repubblica".

 

L'altra questione, secondo il sindaco di Roma, riguarda "l'idea di combattere contro i limiti che ci sono verso l'immigrazione clandestina" rispetto cui l'Italia mantiene "un atteggiamento che fra i diversi Paesi europei è quello più disponibile e certe volte colpevolmente lasco": mettere in discussione i Cie "per mettere in discussione l'idea che uno può immigrare in Italia solo se c'è un permesso di soggiorno, autorizzazione e lavoro è un'idea da cui non si può assolutamente derogare".

 

Problemi che, come in quest'ultimo caso, troppo spesso però sembrano aver come minimo comune denominatore la mancanza di uno stato di diritto e legalità che le istituzioni continuano ad ignorare.

 

“Lo scorso 6 febbraio – spiega l'Avv. Giuseppe Rossodivita, candidato Presidente per la Regione Lazio nella Lista Amnistia Giustizia Libertà - ho fatto formale richiesta al Ministero degli Interni, anche nella mia qualità di Consigliere Regionale ancora in carica, di poter far visita al Cie di Ponte Galeria di Roma per verificare le condizioni di detenzione di questo vero e proprio lager: dal punto di vista umanitario la situazione dei Cie è ancora più grave di quelle delle carceri e tutto questo avviene senza che nessuno intervenga per verificare le condizioni delle centinaia di stranieri lì rinchiusi”.

 

“Mi auguro – conclude l'esponente radicale - che i candidati cosiddetti ‘progressisti’, che blaterano e propagandano parole, parole, parole, vogliano al più presto unirsi alla mia richiesta e chiedere anche loro che nelle prossime ore ci sia consentito di fare una visita al Cie di Ponte Galeria”. (red)


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