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16/11/24 ore

Carcere per la commissione Grandi Rischi, a L'Aquila una sentenza terremotante


  • Francesca Pisano

Per darne una valutazione compiuta bisognerà attendere le motivazioni; tuttavia, già così com’è, fa molto discutere la sentenza di primo grado del Tribunale dell’Aquila che ha condannato a sei anni, per lesioni colpose e omicidio colposo plurimo in seguito al terremoto, i membri della commissione Grandi Rischi in carica nel 2009.

 

Si tratta di Franco Barberi, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Bernardo De Bernardis, Giulio Selvaggi, Claudio Eva e Gianmichele Calvi, che secondo il giudice Billi diedero "informazioni inesatte, incomplete e contraddittorie" sulla pericolosità delle scosse registrate nei sei mesi precedenti al 6 aprile 2009, giorno in cui alle 3:32 si verificò il terremoto devastante.

 

Nel verbale redatto il 31 marzo 2009 la Commissione scrisse, fra l’altro, che non si può "affermare che non ci saranno terremoti a L’Aquila" essendo zona sismica. Boschi segnalò altresì la necessità di rafforzare le costruzioni rendendole “capaci di resistere ai terremoti"; mentre nelle conclusioni Barberi affermò che non c’era «nessun motivo per cui si possa dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento".

 

Gli avvocati della difesa – che ritengono la sentenza "sbalorditiva e incomprensibile, in diritto e nella valutazione dei fatti" - nel processo avevano puntato sulla tesi che gli esperti, sollecitati in quel periodo a dare parere, fecero tutto ciò che era nelle loro possibilità, fermo restando il fatto che con la strumentazioni a disposizione è impossibile prevedere i terremoti e valutare in anticipo la loro magnitudo.

 

La decisione dei giudici ovviamente ha scosso i diretti interessati. “Non capisco di cosa sono accusato”, si è chiesto l’ex presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Enzo Boschi, che si è detto avvilito e disperato. L’ex vicecapo della Protezione civile, Bernardo De Bernardis, ha detto di ritenersi innocente e che "da domani la mia vita cambierà, ma se saranno dimostrate le mie responsabilità in tutti i gradi di giudizio le accetterò fino in fondo".

 

Un commento a caldo è arrivato da Luciano Maiani, attuale presidente della commissione Grandi rischi. "È la morte del servizio prestato dai professori e dai professionisti allo Stato - ha detto il fisico - non è possibile fornire una consulenza in termini sereni, professionali e disinteressati sotto questa folle pressione giudiziaria e mediatica. Questo non accade in nessun altro Paese al mondo".


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