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12/10/24 ore

Italiani e Ogm, lo spread della conoscenza


  • Silvia Soligon

L'opinione degli italiani riguardo alle piante geneticamente modificate è molto meno contaminata da pregiudizi di quanto si sia pensato fino ad oggi, ma c'è bisogno (e desiderio) di una maggiore informazione sull'argomento. Sono questi i due punti fondamentali emersi durante la conferenza “Gli italiani e gli Ogm” organizzata a Roma da Futuragra, l'associazione di agricoltori che si batte per l'introduzione delle biotecnologie in Italia.

 

Secondo i dati della ricerca IPSO presentati da Renato Mannheimer nel corso della conferenza, il 55% dei cittadini del Bel Paese è favorevole alla ricerca scientifica sugli organismi geneticamente modificati (Ogm) e il 52% non esclude che potrebbe acquistare prodotti biotech, soprattutto se apportano benefici per la salute (48%), se sono più sostenibili dal punto di vista ambientale (37%) e se costano meno rispetto ai corrispondenti prodotti “tradizionali” (27%). Solo il 25% della popolazione, invece, non acquisterebbe Ogm a nessuna condizione.

 

L'opinione pubblica italiana si è mostrata anche favorevole alla ricerca. Per il 62% gli scienziati italiani hanno il diritto di lavorare nelle stesse condizioni dei ricercatori di altri Paesi e il 49% non è d'accordo con l'interruzione della sperimentazione, mentre solo il 17% degli italiani si dichiara fermamente contrario. Infine, il 56% non ritiene giusto che gli agricoltori stranieri possano produrre Ogm e poi venderli in Italia (come succede) se agli agricoltori italiani è impedito di coltivare e il 52% pensa che se la legge permette di vendere Ogm dovrebbe anche consentirne la coltivazione.

 

Il quadro che emerge dall'indagine è, quindi, quello di un'apertura degli italiani nei confronti delle piante geneticamente modificate, anche se, come ha commentato Mannheimer, la stessa ricerca ha messo anche a nudo “il deficit di conoscenza sul tema degli Ogm presso l'opinione pubblica italiana, al centro di messaggi spesso ideologizzati e bersagliata da dibattiti in cui le ragioni della scienza sono poche rappresentate”.

 

Il problema della mancanza di conoscenza non è, però, dovuto solo alla qualità dell'informazione, ma anche alla sua quantità. Presentando i dati raccolti tra il primo gennaio 2011 e il 25 settembre 2012 dal Centro di ascolto dell'informazione radiotelevisiva, Gianni Betto, direttore del Centro, ha precisato che solo lo 0,02% delle notizie trasmesse da radio e tv ha trattato il tema degli Ogm, fatto che giustifica almeno in parte un altro dato emerso dall'indagine Ispo, secondo cui il 33% della popolazione dichiara di non aver mai sentito parlare di piante geneticamente modificate.

 

Quando, poi, se ne è parlato, nel 64% dei casi è stato dato spazio alle opinioni contrarie all'uso delle piante geneticamente modificate in agricoltura e, per quanto riguarda la televisione, lo si è fatto all'interno dei telegiornali, senza nessun approfondimento. “L'informazione ricevuta è in termini di cronaca”, ha sottolineato Betto, spiegando che ciò fa sì che il cittadino esprima la sua opinione “sulla base della paura suscitata dalla notizia”. “Molto spesso si crede di essere informati - ha continuato il direttore del centro d'ascolo - Il 62% dice di essere informato attraverso la tv, ma come fa il cittadino ad essere informato attraverso la tv se non ne ha nessuna opportunità? L'approfondimento di un tema non può certo avvenire tramite un telegiornale”.

 

Secondo Maria Antonietta Farina Coscioni, presidente onorario dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, “questo fenomeno di non-conoscenza è estremamente grave ed estremamente inquietante perché può essere esteso a diversi ambiti della nostra vita quotidiana”. “Il dibattito – ha aggiunto il Senatore Giancarlo Galan – è totalmente assente perché se c'è il dibattito prevale la logica e gli Ogm vincerebbero”.

 

“Non sorprende – ha commentato Salvatore Dalla Libera, vicepresidente di Futuragra – che dal sondaggio emerga che il 42% degli italiani pensi che oggi in Italia si coltivino prodotti agricoli Ogm e che il 63% non sappia o pensi che sia falso il fatto che nei prodotti in vendita siano presenti quote di ingredienti Ogm. Così come solo 1 italiano su 5 sa che negli allevamenti italiani DOP è consentito impiegare mangimi Ogm. E' il frutto di una propaganda contro le biotecnologie che da una parte fa credere che si coltivino e dall'altra nasconde che negli alimenti e nella filiera siano usate da anni materie prime biotech senza danni alla salute e con benefici economici sia per i consumatori che per i produttori”.


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