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24/11/24 ore

7 Minuti, il nuovo film di Michele Placido. Donne, dignità e lavoro



7 Minuti”, il nuovo film diretto da Michele Placido, è ispirato ad una storia vera accaduta in Francia (a Yssingeaux) ed è tratto dall’omonimo testo teatrale di Stefano Massini.

 

Il racconto inizia quando la fabbrica tessile Varazzi firma una fusione con un’azienda francese alla presenza dell’anziana rappresentante sindacale, Bianca, delegata da 10 donne componenti il consiglio di fabbrica a difendere i diritti di circa 300 operarie.

 

Tra festosi brindisi di Michele Varazzi (Michele Placido) e Madame Rochette (Anne Consigny), la manager straniera, vengono consegnate a Bianca (tesa e preoccupata per ciò che potrebbe accadere) 11 lettere in cui si precisa che non ci saranno licenziamenti, ma che le operaie dovranno decidere entro poche ore se  rinunciare o meno a 7 minuti al giorno della pausa pranzo, pena l’annullamento del contratto.

 

Il consiglio di fabbrica è pronto ad accettare tali condizioni, poiché in fondo 7 minuti non sono molti rispetto al paventato licenziamento, ma Bianca più esperta nel campo le convince a discutere e a riflettere sull’attuale subdolo sistema che punta  all’erosione dei diritti dei lavoratori, in particolare se donne: i 7 minuti servono solo a “tastare il terreno” per percepire fin a che punto sono disposte a rinunciare ai loro diritti, fino a che punto  “la paura” progressivamente le porterà ad accettare tutto, pur di lavorare e sopravvivere.

 

Le 11 operaie forniscono un variegato quadro del mondo del lavoro al femminile con personaggi ben delineati: Kilal (Balkissa Maiga), immigrata africana, Angela, aggressiva napoletana (Maria Nazionale),  la matura Ornella  (Fiorella Mannoia) e Isabella, la sua giovane figlia incinta (Cristiana Capotondi), la combattiva Greta (Ambra Angiolini), Marianna, ex operaia, ora sulla sedia a rotelle, “promossa” impiegata dopo un incidente sul lavoro per evitare fastidi a Varazzi (Violante Placido), Hira (Clémence Poésy), albanese concupita da Varazzi, e poi  ancora Sandra (Luisa Cattaneo), Alice (Erika D’Ambrosio) e Micaela (Sabine Timoteo) e Ottavia Piccolo.

 

Dopo un acceso e drammatico dibattito in cui ognuna mette in rilievo le personali e quotidiane lotte e difficoltà per conservare un posto di lavoro, tra dubbi e sospetti perfino sull’onesta Bianca, la discussione sfora il tempo concesso per arrivare ad una decisione, suscitando le ire della manager francese: Madame Rochette, più  focalizzata su una festa in famiglia che sui problemi di povere operaie, non vuol perdere l’aereo e parte minacciando vendicativi propositi verso Varazzi, operaie e cialtroni italiani che non rispettano impegni e orari, svelando così il vero volto della “tracotante” fusione con un’azienda estera molto più forte e potente.

 

È opportuno non svelare qui la conclusione, ma colpisce in verità l’ultima scena del film: è sera ormai e, tra le operaie che aspettano un verdetto fuori dai cancelli della fabbrica, passano sia la fiera e dignitosa Bianca sia Madame Rochette nella sua lussuosa auto: per un attimo i loro sguardi s’incrociano e si scontrano, sguardi di due mondi al femminile completamente diversi e molto distanti tra loro.

 

Cast e sceneggiatura (Michele Placido, Stefano Massini e Toni Trupia) donano un tocco di qualità.

 

Giovanna D’Arbitrio

 

 


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