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23/11/24 ore

Euforia, di Valeria Golino. Storia di due fratelli, tra malattia, vita e morte



Presentato a Cannes nella sezione Un Certain RegardEuforia, il nuovo film di Valeria Golino, è centrato ancora una volta sul tema di malattia e morte, già trattato dalla regista in Miele,la sua prima pellicola.

 

Il film racconta la storia di due fratelli molto diversi tra loro: Matteo (R. Scamarcio), spregiudicato e dinamico imprenditore di successo, torna al paese d’origine per occuparsi del fratello Ettore (V. Mastrandrea), serio e integro insegnate di provincia, colpito da un cancro incurabile. 

 

Con la sua mania di controllo, Matteo cerca in buona fede di aiutare Ettore nascondendogli la gravità del male e offrendogli tutte le cure e gli agi possibili per donargli almeno negli ultimi mesi di vita un po’ di quell’euforia di cui egli sembra dotato. In realtà Matteo è un giovane insoddisfatto e nevrotico, un cocainomane bisex che passa da un’avventura all’altra.

 

Ettore si trasferisce nell’elegante attico del fratello per curarsi, ma è sempre triste e riservato, tormentato da sensi di colpa per aver lasciato moglie e figlio dopo essersi innamorato di Elena (Jasmine Trinca). La malattia comunque offre ai due fratelli un’occasione per confrontarsi e riannodare un filo spezzato con il passato, gli affetti familiari, i loro incancellabili ricordi d’infanzia e adolescenza. 

 

La parte migliore del film, in effetti, è proprio nei piccoli gesti, come le dita che si toccano nella ricerca di un contatto amorevole, oppure i sorrisi e le pause, l’armoniosa danza dei fratelli nelle vesti di Stanlio e Olio, le battute ironiche, i teneri familiari e amici, il grande puzzle regalato al figlio, un’occasione per unire tutta la famiglia intorno a un tavolo, e in particolare la significativa scena conclusiva del film in cui un grande stormo di uccelli migratori crea straordinarie coreografie nel cielo azzurro, destando l’ammirazione di Matteo ed Ettore,felici e intensamente uniti nel contemplare quello spettacolo di libertà e bellezza.

 

Un film che è un mix di lati oscuri e improvvisi lampi poetici su sentimenti e rapporti umani autentici. Non a caso nelle note di regia la stessa Golino, nel riferirsi al titolo del film, ha paragonato leuforia alla“bella e pericolosa sensazione sperimentata dai subacquei nelle grandi profondità: un sentimento di assoluta felicità e di libertà totale.È una sensazione che deve essere immediatamente seguita dalla decisione di raggiungere la superficie prima che sia troppo tardi, prima di perdersi per sempre negli abissi”.

 

Magistrale l’interpretazione di Scamarcio e Mastrandrea, notevoli sceneggiatura (Francesca MarcianoValia Santella, e la stessaGolinoe fotografia (Gergely Pohárnok), bella la colonna sonora di Nicola Tescari.

 

Ecco un’intervista alla regista.

 

Giovanna D’Arbitrio

 

 


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