Disponibile su Sky Premiere e in streaming, Gli indifferenti, diretto da Leonardo GuerraSeràgnoli e da lui sceneggiato insieme ad Alessandro Valenti, è tratto dall’omonimo romanzo d’esordio di Alberto Moravia, anche se rispettoal libro si rilevano alcune differenze, come l’ambientazione nella Roma moderna e il diverso finale.
“Essendo nato e facendo parte di una società borghese ed essendo allora borghese io stesso - affermò il diciottenne Moravia - Gli indifferenti furono tutt'al più un modo per farmi rendere conto di questa mia condizione. [...] Che poi sia risultato un libro antiborghese è tutta un'altra faccenda. La colpa o il merito è soprattutto della borghesia”.
Nel film di Seragnoli la storia è ambientata nel quartiere Parioli dove la famiglia Ardengo, composta dalla vedova Maria Grazia (Valeria Bruni Tedeschi) e i suoi due figli, Michele (Vincenzo Crea) e Carla (Beatrice Grannò), sono in difficoltà economiche di cui approfitta Leo Merumeci (Edoardo Pesce), amante della donna, offrendo prestiti con l’obiettivo poco onesto di impossessarsi dell’unico bene rimasto agli Ardengo, il loro lussuoso attico, nonché di abusare della diciottenne Carla, da lui violentata poco dopo la festa di compleanno.
Michele disprezza Leo ma, dopo il goffo tentativo di ucciderlo con una pistola scarica, si rassegna e ne accetta la presenza, mentre passivamente continua la sua relazione con Lisa (Giovanna Mezzoggiorno), amica di famiglia coetanea di sua madre.
Nel libro alla fine Carla non reagisce contro Leo, il film invece si conclude in modo diverso: le immagini ci mostrano Carla, Michele e Lisa che si apprestano a recarsi a una festa in maschera alla quale Carla decide di non partecipare, rivelando alla madre che ha denunciato Leo per averla stuprata. Maria Grazia ignora le parole della figlia e va alla festa, seguita da Lisa e Michele.
“Nel romanzo c'è un'inquietudine famigliare all'interno di un conformismo e di un abbandono culturale e umano durante il fascismo, questo è un contesto diverso e aggiornato - ha affermato il regista, supportato, come detto, da A. Valenti nella sceneggiatura - La prima cosa rileggendo il romanzo che abbiamo notato è lo stato di precarietà, il senso di stare sull'orlo di un precipizio che sentivamo presente anche oggi, con una serie di evoluzioni e percorsi che abbiamo dovuto affrontare.
Il lavoro è stato lungo e approfondito, basato su due aree di ricerca: il lavoro di Moravia e l'evoluzione dei personaggi che si sono inseriti in tante versioni, in altri romanzi, La noia e La vita interiore: era come se rivivessero in altre dimensioni con sfumature diverse. Da un lato abbiamo approfondito i romanzi scritti dopo Gli indifferenti, ed è stato un viaggio affascinante, dall'altro abbiamo fatto una riflessione interna sul tema della precarietà e come risuonasse oggi, chiederci chi fossero gli indifferenti oggi e come si fossero evoluti”.
Nel complesso un buon film che si avvale di validi interpreti, anche se in verità ci sembra che in esso, rispetto al libro, siano gli adulti ad essere indicati come i veri indifferenti ipocriti e corrotti, non tanto i giovani visti più come vittime, in particolare Carla alla quale viene affidato il compito di ribellione e riscatto.
Senz’altro più aderente al romanzo ci appare il film omonimo diretto nel ‘64 da Francesco Maselli, con grandi interpreti come Rod Steiger, Claudia Cardinale, Shelley Winters, Tomas Milian, Paulette Goddard
Ecco un’intervista a Seragnoli, Valenti e al cast. (da SpettacoloEU)