Disponibile su Netflix, La vita davanti a sé (The Life Ahead), diretto da Edoardo Ponti e da lui sceneggiato insieme a Ugo Chiti, si ispira all’omonimo romanzo di Emile Ajar (al secolo Romain Gary), già trasposto sul grande schermo da Moshé Mizrahi nel 1977.
La storia nel film di Ponti è ambientata a Bari dove Mohammed, detto Momò, dodicenne immigrato senegalese, affidato al dottor Cohen, un giorno al mercato ruba due candelabri d’argento a Madame Rosà, un’anziana ex prostituta ebrea, sopravvissuta alla Shoah. Il dottor Cohen, tuttavia, lo costringe a restituirli alla donna alla quale offre poi del denaro per badare al ragazzo, ospitandolo in casa sua dove ella già si prende cura di due bambini a lei affidati dalle amiche prostitute.
All’inizio il rapporto è conflittuale tra Madame Rosà e il ribelle ragazzo che comincia perfino a lavorare per uno spacciatore di droga, ma col passare del tempo il conflitto si trasforma in sincera amicizia e profondo affetto. Purtroppo Madame Rosà inizia ad aver dei malori in cui la sua mente vacilla e il Dottor Cohen la fa ricoverare in ospedale contro la sua effettiva volontà, rivelata solo al ragazzo.
Dopo aver deciso di rompere ogni legame con i malviventi, Momò una sera si reca in ospedale e di nascosto riesce a riportarla a casa, nascondendosi con lei nella cantina del palazzo per sfuggire all'inevitabile visita dei carabinieri. Resterà così accanto a lei fino alla sua morte, finché non verrà scoperto da Lola, l’amica trans. Il giorno del funerale Momo sarà insieme agli amici di madame Rosà vicino alla sua tomba, conscio di aver perso un'amica che gli ha insegnato a vivere.
Magistrale l’interpretazione di Sophia Loren nei panni di Madame Rosà, una donna che benché sopravvissuta ai campi di concentramento e a una vita di stenti, è ancora capace di empatia verso il prossimo; davvero bravo Ibrahima Gueye, al suo debutto nei panni di Momò. Accanto a loro un ottimo cast includente Renato Carpentieri (il dottor Cohen), Babak Karimi (il negoziante arabo Hamil), la trans Abril Zamora (Lola) e il piccolo Josif Diego Pirvu (Josif).
La regia di Ponti è semplice, ma efficace, ben scelte le musiche di Gabriel Yared, in particolare "Vengo dalla luna" dei Maneskin, "Milionario" di Guè Pequeno, Io sì (Seen) di Diane Warren. Notevole la fotografia di Angus Hudson.
Ecco un’intervista a E. Ponti, Sophia Loren e altri interpreti (da SpettacoloEU)