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27/12/24 ore

MOI 392. La storia umana e artistica di Camille Claudel


  • Giovanni Lauricella

MOI 392 è un film su uno dei casi più scandalosi di discriminazione contro una donna che a tanto tempo dai fatti non ha avuto ancora un adeguato riconoscimento.

 

Il film è incentrato su Camille Claudel (1864-1943), una scultrice vissuta a Parigi nel periodo storico di maggior splendore culturale e di costume, anche perché poteva vantare un libertinaggio inesistente o quasi in altre città del mondo.

 

Paradossalmente, il film narra la storia opposta a quello che conosciamo del mitico Fin de siècle, ovvero una discriminazione avvenuta su una fragile donna che si è trovata tra una famiglia borghese che non offre il dovuto amore a una figlia in difficoltà e un amante, il grande scultore Auguste Rodin, che, dopo tante promesse, non se la sposa, restando con la propria moglie per non perdere la dignità sociale.

 

Schiacciata tra queste figure, la famiglia di origine e il grande scultore, Camille Claudel vive il suo dramma: dapprima cade in depressione e in solitudine, poi viene ricoverata in un manicomio dove resterà trent’anni da cui uscirà poco prima di morire.

 

Una storia angosciante, che viene rivissuta nel monologo recitato da Lisa Galantini, la quale, come un torrente in piena, riesce a sfogare la rabbia accumulata da Camille Clodel in una lunga vita di ingiuste sofferenze.

 

La sceneggiatura è scritta da Chiara Pasetti, autrice anche dell’ottimssima biografia di Camille Claudel di cui diremo appresso, che conduce lo spettatore nelle profondità non amene della vita di questa artista, lasciandoci scandagliare le dinamiche perverse degli affetti da lei sopportate. Tutto questo dolore per realizzare il suo grande sogno di ritornare a essere artista: una speranza che la tenne in vita ma che purtroppo non si realizzò mai.

 


 

Una storia molto amara, narrata anche dalle voci di Massimo Popolizio, che legge due lettere di Auguste Rodin, e di Anna Bonaiuto, che legge la lettera del cappellano del ricovero, con i disegni di Massimo Lombezzi e le testimonianze filmiche di Giacomo Doni, relative ai manicomi, istituzioni ormai fortunatamente definitivamente chiuse e da tempo abbandonate.

 

 392, il numero assegnato a Camille Claudel nel manicomio, dà il titolo al film: “MOI 392”, mentre il solo “MOI” , cioè IO, è il titolo dello spettacolo teatrale, che continua a essere rappresentato, con la regia di Alberto Giusta e l’interpretazione  di Lisa Galantini.  La prima è stata ambientata nell’ex-ospedale psichiatrico di Quarto-Genova nel 2016, e  da allora il dramma  è stato portato sui palcoscenici di molti teatri in Italia e in Svizzera.

 

Venendo infine alla biografia di Chiara Pasetti, “Mademoiselle Camille Claudel” (casa editrice Aragno), va detto che, oltre a offrire una narrazione più corposa del caso, è anche una fonte di tante informazioni sulla grande scultrice.

 

Dopo la visione del film, avvenuta nell’affollatissima sala del cinema “Scena”sabato 11 marzo scorso hanno parlato Chiara Pasetti, il regista Mario Molinari, Vincenzo Vita, presidente dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, e lo psicanalista e scrittore Fabio Castriota, in un dibattito che ha coinvolto tutti i presenti, MOI 392 è un lungometraggio realizzato con il contributo promozionale di Nidodiragno-Produzioni.

 


 

MOI 392 

Film, regia di Mario Molinari e sceneggiatura di Chiara Pasetti

Proiettato a “Scena” sabato 11 marzo 2023 

 

 


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