Dopo essere stato presentato al London Film Festival e ottenuto un premio nella sezione Panorama Italia ad Alice nella Città, durante la Festa del Cinema di Roma 2022, Primadonna, di Marta Savina, regista esordiente, è apparso sugli schermi l’8 marzo, in occasione della Festa della Donna.
Ambientato in Sicilia negli anni’60, il film racconta la storia di Lia (Claudia Gusmano), una bella ragazza di 21 anni, che coltiva la terra insieme al padre nonostante sia "femmina", poiché secondo i dettami dell'epoca è ritenuto più adatto ad una donna occuparsi delle faccende domestiche.
Purtroppo Lorenzo Musicò (Dairo Aita), figlio del boss del paese, viene colpito dalla sua bellezza e quando Lia rifiuta le sue avances, irato la rapisce con l’aiuto di alcuni complici e la stupra. A Lia viene proposto il matrimonio riparatore, ma la ragazza va contro le regole imposte dal contesto sociale, rifiuta le nozze e decide di denunciare sia Lorenzo sia i suoi complici.
“Ho sento la necessità in quanto produttrice e donna di portare avanti una storia come questa di autodeterminazione femminile. Anche perché non ce ne sono tante di storie del genere”- ha affermato la giovane produttrice Virginia Valsecchi.
A quanto pare Primadonna prende spunto dalla vicenda reale di Franca Viola, la prima donna italiana ad aver rifiutato il matrimonio riparatore. “È iniziata così, ma mi sono resa conto come diventasse la storia di tante donne che ogni giorno si battono per autodeterminarsi e da lì è nata Lia - ha detto la regista.
Non so più quanto ci sia di verità e quanto che ho aggiunto io, sono quasi dieci anni che impasto questo lievito madre, rinfrescato da tanto tempo da non riconoscerne più i confini. L’idea di una rivoluzione silenziosa, senza necessità di alzare la voce, perché non tutte sono capace di farlo, partendo da un gesto apparentemente piccolo. Ho messo qualcosa di me e delle persone che ho conosciuto (….)
Primadonna non è un film solo per le donne. Partiamo dall’idea che gli esseri umani sbagliano, che ce ne siano di più e meno empatici. Non dipende dall’essere uomo o donna, ma da quello che abbiamo dentro. Fabrizio Ferracane interpreta il padre di Lia, un uomo molto dolce e affettuoso, ma anche asciutto e dalle poche parole essenziali. Una figura che mi sembrava potesse supportare e non prevaricare Lia.
Lorenzo, il ragazzo che la stupra, non l’ho mai visto come antagonista, se non dal punto di vista strettamente drammaturgico. Non è un carnefice, ma il problema suo e in generale di oggi è l’essere immerso in una società sbagliata, che lo porta a fare con nonchalance delle cose atroci.
Lui è convinto di non aver fatto niente di male, per me era importante che mantenesse questa convinzione in maniera onesta. Solo con il verdetto di condanna inizia a rendersi conto, forse, di avere sbagliato tutto, il che è tragico e lo rende una vittima.
Mi piace cercare le sfumature di grigio, raccontando una storia. Avevo grande compassione anche per il personaggio di Lorenzo (Dario Aita), come per tutti, forse escluso solo il prete”.
E effetti il prete nel (Paolo Pierobon) appare come un personaggio alquanto insensibile e malevolo.
Senz’altro un film particolare, supportato da bravi interpreti, nonché dalla sceneggiatura della stessa Marta Savina, dalla fotografia di Francesca Amitrano, dalle musiche di Yakamoto Kotzuga.
Dalla biografia di Marta Savina, regista e sceneggiatrice, apprendiamo che si interessa di tematiche contemporanee a sfondo femminile. Ha vissuto e lavorato a Londra, trasferendosi poi negli Stati Uniti dove si è laureata alla University of California Los Angeles (UCLA) con un MFA in regia. Il suo corto Viola, Franca (2017), già vincitore di numerosi premi tra cui un Emmy come miglior film drammatico, è stato nominato ai David di Donatello e ha debuttato al Tribeca Film Festival, continuando poi il suo percorso con tappe importanti quali il Festival di Venezia e il Raindance Film Festival. Primadonna è il suo primo lungometraggio
Ecco il trailer del film (da Coming Soon).