Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

21/11/24 ore

Prima danza, poi pensa, di James Marsh. Un insolito biopic su Samuel Beckett


  • Giovanna D'Arbitrio

Prima danza, poi pensa. Alla ricerca di Beckett, di James Marsh è un biopic molto particolare sul grande Samuel Beckett, illustre esponente del Teatro dell'Assurdo, autore di Aspettando Godot, L’ultimo nastro di Krapp, Finale di partita, di tanti romanzi, racconti e poesie.

 

Il film ci mostra Samuel (Gabriel Byrne) a Stoccolma nel 1969, quando gli viene consegnato il Premio Nobel per la letteratura, premio del quale, tuttavia, non sembra affatto contento: subito abbandona il palco e si rifugia in un antro del teatro dove inizia un dialogo immaginario con il suo doppio, discutendo su chi meriterebbe davvero il prestigioso premio.

 

Pieno di sensi di colpa, ripercorre le tappe della sua vita che appaiono segnate soprattutto dal rapporto con le donne, a partire da sua madre, donna alquanto anaffettiva e svalutante che lo condizionò da bambino, poi ecco Samuel da giovane (Fionn O’Shea) a Parigi dove fa amicizia con James Joyce (Aidan Gillen) e inizia una relazione con la figlia Lucia (Gráinne Good).

 

Segue poi l’incontro con Suzanne Descheveux, (Sandrine Bonnaire), che diventerà sua moglie. Arriva la guerra e Beckett partecipa alla resistenza e lo ritroviamo poi uomo maturo di successo quando incontra Barbara Bray (Maxine Peake), traduttrice e critica, con la quale inizia una relazione. E così infine la conflittualità tra le sue donne segnerà gli ultimi anni. 

 

In effetti lo stratagemma del doppio consente il dialogo con la sua coscienza tormentata dai sensi di colpa verso le donne della sua vita: sua madre da lui abbandonata, Lucia, la più fragile, la fedele Suzanne che lui ha tradito, Barbara alla quale sente di aver dato poco. Insomma Beckett sembra sentirsi in colpa verso tutti, anche verso Joyce e l’amico Alfred Peron (Robert Aramayo).

 

Vincitore di un Premio Oscar per il documentario Man on Wire e autore del film La Teoria del Tutto, James Marsh ha affermato che il suo biopic “... è un racconto di fantasia scherzoso e spesso struggente, incentrato anche sulla vita emotiva dell’autore. Il film ha la forma di ampi riquadri che mostrano i rapporti chiave nella sua vita, principalmente concentrati sulle donne che lo hanno circondato (…) E’ un film su un intellettuale, un gigante della letteratura, ed è ancorato sulla passione ed il sentimento, non sulla noiosità delle idee o sulla sterilità della critica letteraria. 

 

Beckett stesso è energico in questa rappresentazione, risoluto, padrone di sé e sicuro delle sue azioni ma tormentato dai sentimenti di colpa e vergogna per il suo egoismo ed il dolore che aveva causato a coloro che amava. Se ciò lo fa risuonare cupo o pesante, state certi che non lo è. Il nostro Beckett è pieno di auto-ironia ed il suo rapporto con James Joyce spesso sconfina nelle migliori commedie degli equivoci. (…) E’ una biografia insolita, perché passa in rassegna la sua vita attraverso la lente dei suoi errori. E’ costruita attraverso le sue relazioni con le persone che amava e che lo amavano ma cui sentiva di aver fatto torto”.

 

Il cast include bravi interpreti come, Aidan Gillen, Gabriel Byrne, Maxine Peake, Bronagh Gallagher, Fionn O'Shea, Sandrine Bonnaire, Caroline Boulton, Lisa Dwyer Hogg, Gráinne Good, Barry O'Connor, Robert Aramayo.

 

Notevoli la sceneggiatura di Neil Forsyth, la fotografia di Antonio Paladino.

 

Tra i film del regista ricordiamo The King, Man on Wire (documentario), La teoria del tutto (The Theory of Everything), Il mistero di Donald C. (The Mercy), King of Thieves.

 

Ecco il trailer del film (da Coming Soon).

 

 


Aggiungi commento