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21/02/25 ore

Il mio giardino persiano, di Behtash Sanaeeha e Maryam Moghaddam. La condizione femminile in Iran


  • Giovanna D'Arbitrio

Presentato in concorso alla 74ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino dove ha vinto il Premio della Giuria Ecumenica e Premio FIPRESCI, Il mio giardino persiano di Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha, è centrato sulla difficile condizione femminile in Iran.

 

Il film racconta la storia della settantenne Mahin, vedova da 30 anni, che vive sola a Teheran nella sua casa con giardino da quando la figlia è partita per l'estero. La solitudine la rende triste e così, dopo un pranzo con le amiche che la sollecitano a cercare compagnia, Mahin invita l'anziano tassista Faramarz a passare una serata insieme, serata che si rivelerà per entrambi un incontro indimenticabile

 

In “Il mio giardino persiano” (titolo internazionale My Favourite Cake, "la mia torta preferita"), la protagonista Mahin (Lily Farhadpour), non più giovane ma ancora piena di voglia di vivere, mal sopporta le regole imposte dalla società islamica. Significativa la scena in cui si oppone all'arresto da parte della polizia morale di una ragazza colpevole di non indossare il velo in modo corretto. ”Fatti sentire - dice Mahin alla giovane dopo averla salvata - più tu accetti il loro potere, più loro ti schiacceranno”.

 

Purtroppo, alla Berlinale 2024 i due autori, Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha non sono stati presenti, poiché furono bloccati i loro passaporti dal governo iraniano. Già nel loro film precedente, Ballad of a White Cow, i due registi avevano criticato il governo e raccontato la storia di una donna vittima del potere. 

 

Siamo nel mezzo di un processo da 19 mesi, a partire dall’estate scorsa quando le guardie della rivoluzione hanno fatto irruzione nella nostra sala di montaggio - ha affermato Behtash Sanaeeha - Sono andati a casa e nell’ufficio del nostro montatore e hanno sequestrato tutto, hard disk, computer. Il giorno dopo ci hanno chiamato e chiesto di ritirare il film dalla Berlinale e non diffondere il film. Abbiamo rifiutato, dicendo che non dipendeva da noi, ma dal distributore e dai produttori.

 

 In quel momento hanno iniziato un’azione legale e due settimane dopo, quando saremmo dovuti partire per Parigi per finire la post produzione, ci hanno confiscato i passaporti e ora da più di un anno e mezzo ci è vietato di lasciare il paese. Il processo continua, ci chiamano una volta al mese per interrogarci, riempiamo qualche foglio rispondendo alle stesse domande e ci informano di quando sarà la sessione successiva. Ora il caso è trasferito al principale tribunale rivoluzionario di Tehran e aspettiamo la sentenza finale”

 

Il cast include Lili Farhadpour, Esmaeel Mehrabi, Mansoore Ilkhani, Soraya Orang, Homa Mottahedin, Sima Esmaeili. Sceneggiatura: Maryam Moghaddam, Behtash Sanaeeha. Fotografia: Mohamad Hadadi.

 

Ecco il trailer del film (da Coming Soon)

 

 


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