
Presentato con il titolo The quiet son a Venezia dove l’attore Vincent Lindon ha ottenuto la Coppa Volpi, Noi e loro, (titolo originale Jouer avec le feu), di Delphine e Muriel Coulin, è tratto dal romanzo “Quel che serve di notte” di Laurent Petitmangin.
Il libro viene così presentato dalla casa editrice Mondadori: “Un vedovo che vive in una zona operaia della Francia, socialista da sempre, fa del suo meglio per crescere i due figli adolescenti. Fus, il maggiore, è un po' confuso e incasinato, e all'insaputa del padre si unisce a un gruppo di coetanei appartenenti al Front Nationa, formazione francese di estrema destra, mentre il minore, Gillou, segue le orme paterne: si dedica agli studi, è una persona altruista. Fus passa da un guaio all'altro, da una piccola catastrofe a una più grande, per poi finire in prigione con l'accusa di aver ucciso un ragazzo di opposte idee politiche che in precedenza lo aveva picchiato. Laurent Petitmangin riesce a farci entrare in modo tanto acuto quanto commovente nella testa del padre, e a descrivere il suo dolore, il suo assoluto spaesamento e la sua impotenza. Questa storia, che potrebbe benissimo essere ambientata nella terra di Trump, della Brexit o in quella dei nostri populismi di destra, esplora con incredibile sensibilità la situazione attuale, la drammatica crisi sociale e soprattutto la devastante incapacità da parte della politica di fornire prospettive alle giovani generazioni. Le terribili, laceranti tensioni politiche dell'Europa di oggi vengono messe in luce attraverso il prisma di una famiglia francese: una struggente storia dei nostri giorni.
Traendo ispirazione dal libro racconta la storia di Pierre (Vincent Lindon), ferroviere cinquantenne che dopo la morte della moglie ha cresciuto da solo due figli molto diversi tra loro: Louis, molto studioso, dopo il diploma, s’iscrive alla Sorbona di Parigi; Fus il figlio più grande, invece, alunno mediocre, si unisce a un gruppo di estrema destra, con gran dispiacere di Pierre. Purtroppo, tra loro si crea un rapporto sempre più difficile e conflittuale.
Il film fa venire in mente una pellicola italiana simile Mio fratello è figlio unico di Daniele Lucchetti (2007) in cui Accio (Elio Germano), ragazzo con la vocazione di aiutare i più deboli, entra in seminario, ma quando torna a casa si scontra con il fratello, Manrico (Riccardo Scamarcio), comunista, dopo aver stretto amicizia con il fascista Mario (Luca Zingaretti) ed essersi iscritto al Movimento Sociale Italiano.
Colpisce la mancanza di personaggi femminili di rilievo nel film francese in cui sono soprattutto tre figure maschili a confrontarsi in un dialogo difficile, sia per il gap generazionale che per gli estremismi politici. Colpisce anche un’immagine, quella di Pierre che di notte con la torcia illumina i binari nella zona ferroviaria in cui lavora: quel “giocare col fuoco” (titolo originale) che assume anche un dignificato simbolico, quando gli estremismi politici dividono perfino le famiglie.
Secondo Delphine Coulin la presenza di una madre avrebbe potuto fare la differenza. “E’ il punto di partenza di tutto, l’assenza ha creato la frattura al cuore della famiglia e ognuno cerca di farvi fronte come può. – haaffermatolaregista in un’intervista-Il padre vive nel dolore e forse ha un po’ perso di vista i due ragazzi. Il più piccolo si è tuffato nello studio e si salverà perché la cultura lo porterà altrove, conoscerà il mondo. Ma il maggiore è perduto. Il suo dolore, il fatto che la scuola non l’abbia aiutato e l’incontro con nuovi amici pericolosi producono il disastro. Abbiamo filmato molto nella cucina della famiglia, sono in tre a tavola, c’è una sedia vuota, ma è sempre lì, noi la filmiamo. Lo spettatore sente quel vuoto”.
Magistrale l’interpretazione di Vincent Lindon e, accanto a lui, notevole quella dei giovani Stefan Crepon e Benjamin Voisin. Tra gli altri interpreti ricordiamo Édouard Sulpice, Franco Provenzano, Arnaud Rebotini. Sceneggiatura: Delphine Coulin, Muriel Coulin. Fotografia: Frédéric Noirhomme.
Tra le opere delle due sorelle Coulin ricordiamo i cortometraggi Il faut imaginer Sisyphe heureux, Souffle, L'Homme sans douleur, documentario, 17 ragazze, Voir du pays.
Ecco il trailer del film (da Coming Soon)