Nel marzo del 2000 pubblicai Il sonno e le vigilie con le edizioni Sottotraccia. Una delle poesie del testo è questo Trionfo del tempo che ripropongo in questo nostro presente stato di sospensione che ci tiene in ostaggio.
RINO MELE
Il trionfo del tempo
I passeri hanno nelle zampe la ruggine
il becco nella neve, volano sui davanzali
per l'affanno del freddo, chiedono il grano
alle massaie. Com'è la vita nostra
ad essi uguale, alla giostra degli uccelli
che la morte sverna sui rami
neri di pioggia, e i sentieri sono torrenti
sonori di foglie bianche
di calce come il sole fermo quando chiude
il bosco e dentro il cupo di quel verde
i bambini si perdono, girano
intorno al lupo che li chiama per nome,
volano su piccoli aeroplani rossi,
rotolano sul prato, cercano
sui fogli di un grosso atlante il fiume
mai incontrato, la montagna
che cammina, la luna che fa da scala
alla vecchina, spola e non spola, il fuso
s'addolora, torce la lana, la pecora
s'allontana, la porta in braccio il re,
il macellaio ne ha tre, col grembiule
di tela, la uccide quando è sera.
Questa notte il sole strazia
la strada che dà nel burrone, diventa
fuoco e gelo all'ospedale, il pozzo
dove mia madre grida e non ha pace.
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Rino Mele (Premio Viareggio Poesia 2016, terna finale con “Un grano di morfina per Freud", ed. Manni) scrive, il venerdì e il martedì, su “Agenzia Radicale”. Dal 2009 dirige la Fondazione di Poesia e Storia. Il nome della rubrica è “Poesì”, come nel primo canto del “Purgatorio” Dante chiama la poesia.
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