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11/11/24 ore

POESÌ di Rino Mele. Stare l'uno all'altro di fronte e respirare



Una mutazione che avvertiamo e cui non sappiamo opporci. Come attendessimo il responso da un oracolo assente.

 

 

 

 

 

RINO MELE

 

 

Stare l'uno all'altro di fronte e respirare

 

Il mare è pieno di navi, un gregge 

d 'acqua senza pastori, sappiamo che per sfuggire

non basta chiudersi in casa

ma, in un contorto cammino, diventare

irraggiungibili.

Occupiamo piccole barche, zattere lente, navi, 

difficile è dormire senza

sognare di tornare.

Non abbiamo dove attraccare, i porti sono stati murati 

prima di fuggire per salvarci 

sulle acque, gli oceani 

sembrano laghi, per non incontrarci 

restiamo immobili sui ponti delle navi 

in attesa della notte. Abbiamo scoperto che l'epidemia 

è insopprimibile, torna indietro, e la nuova 

precede 

quella appena finita. Così, l'uomo uccide 

senza colpire: respirando. Stando l'uno di fronte all'altro 

basta per morire. 

La bella inutile vita che ci sta intorno 

ogni giorno più si contrae, le api urtano i vetri, 

muoiono nel bicchiere. 

Le navi da lontano 

sembrano grandi animali nel mare. Sono 

ferme, lanciano segnali 

d'emergenza 

come nei macelli i vitelli che aspettano, e hanno fame.

 

  

_________________________________________ 

 

 

Rino Mele (Premio Viareggio Poesia 2016, terna finale con “Un grano di morfina per Freud", ed. Manni) scrive, il venerdì e il martedì, su “Agenzia Radicale”. Dal 2009 dirige la Fondazione di Poesia e Storia. Il nome della rubrica è “Poesì”, come nel primo canto del “Purgatorio” Dante chiama la poesia.

 

 

 

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