In uno spazio aperto del Corviale nella periferia romana si è conclusa la manifestazione Poetitaly che ha visto la partecipazione di numerosi ed importanti poeti da tutta Italia, un idea di Simone Carella in collaborazione di Gilda Policastro, Lidia Riviello e Teatroinscatola, con Andrea Coltellessa, che ha curato la presentazione.
Una sede indovinata, quella del Corviale, perché porta coraggiosamente in "frontiera" un’importane iniziativa culturale, invece di avvantaggiarsi delle facilitazioni che il prestigio del centro della città offre a questo tipo di eventi, come di solito avviene.
Scelta difficile, inoltre, che ben si percepiva vista la stentata partecipazione del pubblico ed in particolare degli abitanti del gigantesco edificio che il ospitava, i cui inquilini, se fossero venuti almeno in una piccola percentuale, non avrebbero trovato posto nella cavea posta in mezzo al complesso residenziale, adibita per lo spettacolo poetico.
Infatti si stava in una specie di teatro greco in calcestruzzo di un centinaio di posti di capienza, un numero risibile per una manifestazione che negli anni precedenti aveva visto la partecipazione in massa del pubblico, di cui la prima edizione in particolare, vale a dire quella gloriosa di Castel Porziano fatta nel giugno del ’79, di eco internazionale per la partecipazione dei poeti americani della Beat Generation, resta la più importante e quella che ha dato la prestigiosa eredità culturale, anche se paradossalmente finì appena iniziata per i tumulti sgangherati di un pubblico impazzito.
Altri tempi e altri modi di fare cultura, che infatti era realizzata da personaggi della politica e poeti ormai scomparsi come Renato Nicolini e Victor Cavallo, appartenenti ad un mondo ormai tramontato fatto di ideali inarrivabili e di deboli speranze, insieme ad un popolo di compagni che gremiva tutte le manifestazioni possibili, caratterizzando un periodo che fece della fine degli anni ’70 la fonte ispiratrice di numerosi dibattiti e libri che ancora oggi tentano di spiegarne le incredibili dinamiche.
Invece la manifestazione che è stata realizzata per un tiepido e diffidente pubblico dello show poetico nella triste e socialmente problematica Corviale è stato sorprendentemente noiosa. Lo dico con dispiacere, perché, venendo al contenuto della manifestazione,ci si sarebbe aspettata una performance corale coinvolgenti poesie, appelli laceranti per le disastrose guerre e gli strazianti genocidi che vedono l’odio fra la gente montare vergognosamente, tra sgozzamenti e torture di ogni genere, quando invece si sono sentite vocine di poeti che sibilavano parole spesso incomprensibili su tematiche che non interessavano nessuno.
Tre serate trascorse insieme in cui non c’era traccia della dilagante fame e delle difficoltà di avere un lavoro ed una casa, condizione generale nelle quale l’umanità stenta a sopravvivere, non si avvertiva per niente la disperata situazione politica che tutti attraversano, certamente non ignorata dagli abitanti del Corviale diretti interessati e destinatari dell’evento, dunque purtroppo una poesia del nulla.
Assistere a recite di poesie autoreferenziali, vedere i sopravvissuti insieme ad alcuni giovani che prenderanno in un prossimo futuro le redini dell’espressione poetica in questa maniera, lascia da pensare. Ha più appeal Papa Bergoglio quando parla delle periferie esistenziali da evangelizzare! Tanti sono gli argomenti in ballo che forse ci porterebbero molto lontani da quello che altro non poteva essere che una manifestazione di incontro con e tra poeti, ma cui è mancato quel trasporto collettivo e quel magico coinvolgimento che proprio i poeti sanno fare.
Certo è che c’è da chiedersi se i poeti sono l’anima sensibile di questa società, ma nel complesso, fra le iniziative che il comune ha proposto per l’estate romana, è stata comunque una tra le migliori che ci sono state e nonostante la crisi e i numerosi tagli di bilancio che hanno aumentato il degrado della città, sicuramente sono stati soldi spesi bene perché hanno concorso ad un "risanamento architettonico" di cui, quell’oblungo molosso edilizio del Corviale, edificio abitativo lungo un chilometro, aveva veramente bisogno.
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