Generazione Erasmus. Mai come in questo periodo se ne parla in Italia con grande risalto mediatico. Bisogna dire che il merito va dato soprattutto al premier Matteo Renzi, che del termine ha fatto un cavallo di battaglia per promuovere Maria Elena Boschi, Marianna Madia e Federica Mogherini: le giovani rampanti, inesperte (c’è chi dice incompetenti) ministre tutta teoria e scarsa pratica...
Un’operazione che ha alimentato per certi aspetti ironia e sarcasmo sul modello Erasmus, già alle prese con i luoghi comuni che etichettano la “Generazione” come quella “dell’orgasmus” e “delle feste e dell’alcool a fiumi”, quella che "spreca i fondi europei per divertirsi", quella “che in fondo è una vacanza”. Si tratta di stereotipi - in un periodo in cui tutto ciò che in qualche modo è legato all’Europa subisce il riflesso negativo della crisi che vive l’intero progetto dell’Unione – non sempre facili da scardinare.
Ci prova, a suo modo da 20anni, l’associazione internazionale senza scopo di lucro ESN (Erasmus Student Network), che dà accoglienza e assistenza agli studenti Erasmus che giungono in Italia, favorendo la mobilità e l’integrazione con la popolazione locale attraverso tutta una serie di iniziative. Fra queste, spicca l’ICE (Incontro Culturale Erasmus), in corso in questo fine settimana, che “vede riuniti – ha sottolineato la responsabile della comunicazione di ESN Italia, Alessia Carlozzo, “in una cornice d’eccezione come solo Roma sa essere, oltre 2mila studenti Erasmus provenienti da tutta italia, in una tre giorni all’insegna della cultura e dell’arte italiana con visita nei principali musei della Capitale”.
L’evento - giunto al suo settimo anno di vita - è stato presentato giovedì nella sala Aldo Moro di Palazzo Montecitorio, in occasione del convegno “Dall’Europa agli Europei. Verso una effettiva cittadinanza europea degli Italia”, nel corso del quale si è dato ufficialmente il via a un’altra importante iniziativa: la campagna #GenerazioneSenzaVoto, nata - ha spiegato il presidente di ESN Italia, Carlo Bitetto – da un dato emerso alle recenti elezioni europee: circa 25 mila studenti all’estero non hanno potuto votare. Da qui, quindi, la scelta di una “proposta di legge di iniziativa popolare per permettere agli studenti e ai tirocinanti che si trovano in Erasmus di esercitare il diritto di voto all’estero direttamente dalla sede del proprio scambio europeo”.
Certo, lo strumento utilizzato dell’iniziativa popolare risulta essere – come la storia parlamentare insegna – macchinoso e con poche possibilità di raggiungere il buon fine di una legge. Più facile e veloce, invece, sarebbe un percorso diretto che parta dall’interno delle istituzioni, a maggior ragione oggi che si prospettano e si discutono i contorni della riforma elettorale. “Basterebbero 2 commi”, come ha detto sempre Bitetto, o anche una semplice postilla a margine di quanto già previsto per il voto degli italiani all’estero.
Sollecitati in proposito, i rappresentanti delle istituzioni presenti al convegno hanno fatto, un po’ imbarazzati, i vaghi. In particolare, Alessandrio Fusacchia, vicecapo di gabinetto del ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini, ha fatto propria l’iniziativa lodevole dell’ESN, ma, in qualità di orgoglioso ex studente Erasmus della prima ora (che però nulla può su cose che si decidono in alte sfere), si è limitato a incoraggiare la raccolta firme all’insegna dell’armiamoci e partire. Il Questore della Camera, On. Stefano Dambruoso di Scelta Civica, nel fare gli onori di casa, si è detto invece disponibile e ben lieto di presentare una suo progetto di legge, manifestando però l’incomprensibile opportunità di attendere l’esito della raccolta firme sulla proposta di ESN che terminerà in primavera. Il che è tutto dire…
- “Dall’Europa agli Europei. Verso una effettiva cittadinanza europea degli Italia” (video da radioradicale.it)
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