Sabato a Roma al cinema Barberini ha tenuto una manifestazione di “Salvamamme", l’ Associazione sui cui interventi e attività AR si è non di rado soffermata; è stata un atto di presenza nella città, senza dubbio la più completa e rappresentativa delle tante componenti che convergono su di essa. Oltre trecento persone, tutti militanti, volontari, operatori, rappresentanti di altre realtà associative e presenze istituzionali. Quante le nazionalità presenti ieri? Non sono state registrate; quelle risultanti dai registri dell’Associazione sono novanta e gli assistiti superano gli ottomila.
È stata la mattinata delle emozioni e degli affetti. In apertura nove mamme di diverse nazionalità e fede religiosa, sono salite sul palco ciascuna accompagnata da un volontario e da un operatore dell’Associazione, e ciascuna ha letto alcuni versetti di una preghiera molto laica: è stata un’interpretazione simbolica molto efficace di che cosa vuol essere e di che cosa è "Salvamamme".
É seguito un cortometraggio sulle attività dell’associazione che hanno poi trovato pieno riconoscimento nella successiva, lunga consegna di pergamene, targhe, attestati, medaglie in riconoscimento dell’impegno prestato da singoli e associazioni che operano in rete. Una lettera del governatore della Regione Lazio ha espresso l’ammirato ringraziamento dell’istituzione per la grande opera associativa svolta in favore di mamme e famiglie in condizioni di particolare difficoltà e per il sostegno offerto soprattutto a donne esposte a rischi gravi. Stampa e televisioni in larga presenza. Momento saliente: una velata mamma è salita sul palco con il suo bambino, per la consegna di un disegno e di uno scritto del piccolo dedicato all’Associazione.
Cosa è in sostanza “Salvamamme”? Non è facile dirlo in assenza di testimonianze visive e sonore delle cento e mille cose che vengono fatte. Ma Salvamamme è soprattutto una scommessa, che diventa ogni giorno realtà per la dedizione, l’acume, l’elaborazione di complesso di primcipi-guida e le capacità di gestione della Presidente Maria Grazia Passeri, presente in h 24 su tutti i quotidiani risvolti di una appassionante vicenda: muovere su un terreno accidentato con criteri ispirati alla centralità dell’individuo, che deve essere sempre soggetto – e come tale trattato soprattutto dalle istituzioni - anche quando, soprattutto quando i rischi di emarginazione sono maggiori.
Non è facile in un ambiente storicamente proclive alla interessata confusione tra individualismo ed egoismo, quale fondamento teorico della stessa costruzione di uno stato sociale nella quale si è fin troppo sviluppato il voto di scambio. Il rispetto della dignità e della parità, l’accoglienza partecipata, la prossimità affettuosa: sono criteri che ispirano e marcano la vasta e variegata attività di sostegno economico offerta alle richiedenti (indumenti, generi alimentari, libri, giocattoli, generi per l’igiene, carrozzine, passeggini, pannolini, omogeneizzati, oggetti di arredamento per l’infanzia … assistenza psicologica – essenziale nel primo contatto - pediatrica, legale … corsi di formazione di varia natura, anche con finalità di inclusione nel tessuto della città … presenza in ospedali per alleviare i disagi delle lungodegenze infantili e di famiglie che hanno figli ricoverati lontano dalle residenze…).
Il clima in Salvamamme è di condivisione e di compartecipazione. Un passaggio particolarmente significativo: i bambini trovano in Salvamamme (Salvabebè – Salvamamme) grandi quantità di libri e giocattoli: non sono soltanto passatempi; sono strumenti di inclusione sociale perché il bimbo, in particolare straniero, non finisca nell’angolo a scuola nella sua classe, a rischio di restar vittima di episodi di bullismo).
Da dove arriva l’enorme mole di beni e generi che Salvamamme raccoglie, seleziona, conserva, migliora, confeziona e infine distribuisce? Arriva da migliaia di cittadini romani e da un numero sempre più ampio di imprese, comprese ormai alcune di grandissime dimensioni: aspetto di prim’ordine di un volontariato, in gran parte silenzioso e sconosciuto, che raccoglie, spesso con grande attenzione e fatica quanto resta inutilizzato dopo il soddisfacimento dei consumatori paganti.
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