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16/11/24 ore

Audio dibattito sul libro "Giorgiana Masi e la primavera di piombo" di Andrea Maori con Arpaia, Spadaccia, Rippa, Marulo, Catalano



Con la introduzione di Alfredo Arpaia, presidente della Lega per i dititti dell'uomo e gli interventi di Gianfranco Spadaccia, Giuseppe Rippa e Mario Catalano, moderati da Antonio Marulo, si è tenuto presso la sede della Lidu a Roma il dibattito sul libro di Andrea Maori  "Giorgiana Masi e la primavera di piombo" (Youcanprint Edizioni).

 

Il 12 maggio del 1977 avvennero a Roma gli incidenti che portarono alla tragica morte di Giorgiana Masi al termine di una manifestazione convocata dal Partito Radicale per festeggiare l'anniversario della vittoria sul divorzio nel 1974e per raccogliere le firme per otto referendum abrogativi.

 

 

Andrea Maori ricostruisce i fatti riportando e commentando documenti inediti della Direzione generale della Pubblica sicurezza. Comunicazioni molto dettagliate che riportano sinteticamente dati circa lo stato dell'ordine pubblico sulla base delle denunce dei cittadini e delle segnalazioni della polizia.

 

 

Dalla ricerca emergono storie di brutalità, di disperazione e di cupezza del mondo giovanile e molte omissioni sull'uso della violenza da parte delle forze dell'ordine.

 

 

Di seguito la introduzione dell'autore alla ricerca.

 

 

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Sul filo del ricordo

 

di Andrea Maori

 

Quando il 12 maggio 1977 fu uccisa Giorgiana Masi – studentessa di quasi 19 anni presso il liceo scien-tifico "Louis Pasteur" di Roma e attivista in un collettivo femminista  – stavo frequentando il terzo anno di liceo scientifico in una scuola di Perugia. Ricordo ancora i telegiornali dell’epoca che annunciavano la sua morte, avvenuta al termine di una manifestazione convocata dal Partito Radicale, ma, ancora di più, mi rimase impresso l’intervento televisivo di Marco Pannella ad una trasmissione della Rai, mandato in onda diversi giorni dopo, durante il quale fece vedere la fotografia di un poliziotto che prendeva la mira e che sparava durante la manifestazione. Era per me la prima volta che le cronache sugli interventi politici di quel periodo venivano mostrate in televisione sotto un punto di vista diverso dal solito bollettino di guerra dei telegiornali.

 

Mi colpì questo carattere di "contro-informazione" e di ricerca delle verità che un partito stava cercando di mettere in piedi, in un periodo di grandissima tensione, dominato dalla politica di compromesso storico e dalla radicalizzazione dello scontro sociale. Ma ancora di più mi impressionò ─ io giovane studente liceale in un capo-luogo di una regione rossa ─ che, all’interno della sinistra italiana, ci potesse essere un movimento che affidava alla raccolta delle firme per dei referendum, quindi ad uno strumento pacifico di iniziativa politica, un progetto alternativo di società. Di fronte alla violenza, i radicali scendevano in piazza con penne e matite, affiancati da cancellieri autenticatori, per raccogliere il consenso su otto quesiti riguardanti il Concordato, le modifiche al codice penale, l’abrogazione dei tribunali militari, la legge sui manicomi, il finanziamento pubblico dei partiti, la "legge Reale" sull’ordine pubblico e la commissione inquirente per i reati dei Ministri.

 

La raccolta delle firme andò a buon fine. Infatti ne vennero depositate in Cassazione circa settecentomila, ma non senza difficoltà per la mancata informazione sulla campagna referendaria. Nel bel mezzo della mobilitazione, che si svolse tra aprile e giugno, fu indetta una manifestazione in piazza Navona per ricordare la vittoria del referendum sul divorzio del 1974 e per informare i cittadini sulla nuova campagna. Era il 12 maggio 1977.

 

Questi episodi mi sono ritornati in mente quando all’Archivio centrale dello Stato ho rintracciato le relazioni del Ministero dell’Interno sulla situazione dell’ordine pubblico a Roma che ho deciso di ripubblicare, come testimonianza di quel periodo, cercando il dovuto distacco dello studioso, ma senza nascondere che all’epoca la loro narrazione, filtrata dalla televisione e dai quotidiani, mi creò un forte impatto emotivo. Alla memoria di Giorgiana Masi e dei militanti per i diritti civili che all’epoca diedero vita a quella mobilitazione democratica è dedicata questa ricerca.

 

 

(foto di Gianni Cabotti)

 

- Audio dibattito sul libro "Giorgiana Masi e la primavera di piombo" di Andrea Maori con Arpaia, Spadaccia, Rippa, Marulo, Catalano (da Radio Radicale)

 

 


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