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22/12/24 ore

Caro Toro ti scrivo, di Fabio Viglione e Giorgio Merlo



«Il Toro era per me l’Isola che non c’è, un mondo incantato che mi ero costruito fantasticando tra le parole delle radio di "Tutto il calcio minuto per minuto" e l’album delle figurine…». Fabio Viglione, avvocato penalista, racconta della sua passione Granata, nata da bambino negli anni Settanta «a circa 800 chilometri dal capoluogo piemontese, in una delle più belle città della Basilicata, Venosa». Lo fa in un libro scritto a quattro mani con il sodale di tifo e giornalista Giorgio Merlo, nel quale si ripercorrono fra i ricordi personali alcuni dei momenti più significativi degli ultimi 50 anni della storia del Torino.

 

 

Gigi Meroni, la mitica "farfalla granata" che nella tragedia «diventa – come scrive Merlo – un simbolo per tutti quei giovani che si avvicinano a vivere la straordinaria stagione del 68…», il Tremendismo di Gustavo Giagnoni, lo Scudetto (l’ultimo vinto) del ‘76, la domenica del derby vinto con la Juventus dei campioni del mondo ’82 (il ricordo indelebile per Giuseppe Dossena), l’impresa europea con il Real Madrid, le sfide di Coppa Italia, l’orgogliosa marcia dei 50mila dopo la retrocessione… si susseguono in Caro Toro ti scrivo (Daniela Piazza Editore), presentato a Roma al Palazzo Santa Chiara il 22 giugno scorso in un dibattito moderato da Franco Lauro. Sono le storie che – sottolinea Claudio Sala nella prefazione - « ... fatte di successi e di sconfitte, di campioni e di gregari», di "episodi unici" che incrociano per buona parte una stagione senza internet e poca televisione, con l’immaginazione ancora padrona della mente di chi viveva lo sport più amato attraverso le voci mitiche dei radiocronisti.

 

 

Leggerle – scrive nel suo contributo Giancarlo Caselli – «significa evocare un patrimonio esaltante di Storia, Passione, Successi ed Entusiami… Significa rifarsi ai caratteri del ‘vecchio Toro’: tenacia, resistenza alle avversità, fatalismo intrecciato con inesauribile ottimismo, orgoglio di essere minoranza, fedeltà anche nei momenti più bui…».

 

 

Qualcuno potrebbe vederci in questo anche un po’ di retorica ammantata di nostalgia per un calcio diverso che non c’è più.

 

 

 

Ma in tempi di rinnovati scandali, internazionali e non, in un ambiente «ossessionato (e alla fine asfissiato) dai continui calcoli su bacini di utenza, listini di borsa, sponsor, contratti televisivi e pubblicitari, giocatori controllati in modo totalizzante e via mercificando…», «testimoniare – come scrive sempre il torinista illustre - il persistere di sentimenti non effimeri, perché non legati unicamente al successo da conquistare comunque, senza tanti complimenti», non guasta. E non fa male anche a quelli che non hanno un "cuore Toro". (A. M.)

 

 

(Foto di Stefano Aleo)

 

 

 

- Audiovideo della presentazione a Roma di "Caro Toro ti scrivo" (Agenzia Radicale Video)

 

 

 

 

 


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