Nella Sala stampa della Camera è stato presentato il n. 111 di Q.R., dedicato a “2 anni con Renzi – Forza e dissolvenza”, oltre duecento pagine, la cui lettura richiederà molta riflessione, in particolare per la presenza di firme “esterne” di prestigio: Emanuele Macaluso ex PCI, Gerardo Bianco ex DC, politologi illustri come Gianfranco Pasquino, Biagio de Giovanni, Stefano Silvestri, Andrea Margelletti, Domenico De Masi e tanti altri… Il Direttore ha fornito una sintesi ragionata del numero, i presentatori - autori di interventi sul numero - hanno chiarito il significato delle loro considerazioni… in sintesi, almeno questa è stata l’impressione di chi scrive, tutti si erano forse aspettati qualche cosa di più da Renzi, meglio: qualcosa di diverso.
Renzi, il PD, la fiducia in lui riposta da Giorgio Napolitano, lo scatto (o meglio lo scarto) contenuto nella resa dei conti con la sinistra del partito, la ricerca di definire una posizione riformista… ma insieme l’emergere in fondo al palato di un déja vu…
Non si tratta solo, non si tratta tanto delle banalità delle critiche che su Renzi sono state scritte dagli avversari, ma delle crisi che hanno costantemente colpito gli innovatori della politica italiana, quella uscita dalla tragedia della guerra e dalla Resistenza: i sei partiti, l’arco costituzionale, il fronte popolare nella versione italiana del dialogo catto-comunista…
Certo, tutti hanno fatto qualche cosa: Nenni che nell’uscita del paese dall’esperienza di Tambroni rompe il fronte popolare e così smitizza il senso politico della formula, che si impantana nella gestione del quotidiano; Craxi che pone il problema della governabilità, problema quanto mai reale e storico per la democrazia italiana, sol che si pensi alla vicenda fascista, ma con l’handicap di un PSI compromesso nella gestione del potere, che offre il destro agli avversari per la liquidazione del tentativo di un governo non centrato sulla DC e da Roma muore lontano…
Berlusconi che rompe il monopolio televisivo vince tre elezioni nazionali, ma nemmeno dalle cento occasioni fornitegli dalle vicende giudiziarie ne sfrutta una per mettere con le spalle al muro gli avversari… e alle fine il paese che si ritrova senza una classe politica e supera un passaggio assai rischioso per la saggezza di Giorgio Napolitano; e infine Renzi che pure piglia uno scivolone in una vicenda legata al passato: le unioni civili, problema di diritti civili che mette in crisi il PD, con il suo peccato di origine, di essere il partito dei post comunisti e dei post sinistra cattolica, che, come la destra, non sembra in grado di recepire la lezione di papa Francesco e di avvalersene per fare politica in Italia.
C’è stata ieri una considerazione di Gianfranco Spadaccia che, in particolare, ha colpito chi scrive queste note. Riguardava l’ “italicum”: assomiglia tanto alla legge elettorale della Grecia, ha osservato Spadaccia, e dà da pensare il fatto che proprio la Grecia sia per noi un modello, non magari la Francia o la Germania: non è, ovviamente la conclusione di un discorso. Piuttosto ne apre un altro. Quale panorama offrono oggi Francia e Germania, i due stati più importanti dell’eurozona? Se ne è parlato tante volte su questa Agenzia…. Il panorama offerto non è esaltante, con la Francia che muore di nostalgie e la Germania che ha paura di se stessa.
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La presentazione alla Camera di QR 111 ha dato la sensazione che la Rivista e l’Agenzia possano fornire un punto di riferimento per quanti nel nostro paese nutrono pur sempre la speranza di avviare un confronto e un dibattito capaci di aprire nuovi orizzonti, cominciando per prima cosa ad aprire le finestre, perché entri un po’ di aria fresca. Non si tratta di smarrirsi in facili polemiche, è di tutta evidenza; ma, proprio all’inverso, di cercare un dialogo tra uomini di buona volontà.
- Audiovideo Conferenza stampa Camera dei Deputati presentazione QR 111 (Radio Radicale.it)
- Intervista a Geppi Rippa sul numero 111 di Quaderni Radicali (Liberi TV)
- Rippa a Radio Radicale su QR 111 (Radio Radicale.it)
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