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22/11/24 ore

Bizzarrie musicali. Incidenti e accidenti della musica


  • Elena Lattes

La musica classica e operistica è sempre più considerata come disciplina seria, complessa e impegnativa. Forse per questo molti la trovano lontana dal comune sentire e hanno difficoltà ad avvicinarvisi.

 

Eppure anche in questo ambito, come in tutti gli altri, vizi, difetti e imprevisti di varia natura possono alleggerirne l'atmosfera, intaccando quell'apparente perfezione che spesso mette soggezione, soprattutto negli spettatori meno esperti.

 

Attingendo a diverse fonti, fra cui racconti ascoltati da colleghi, ricordi di episodi a cui ha assistito personalmente e perfino testimonianze scritte, Gianfranco Plenizio, pianista, compositore e direttore d'orchestra, ha raccolto alcuni fra gli episodi più simpatici ed esilaranti in “Bizzarrie musicali. Incidenti e accidenti della musica”, pubblicato da Zecchini editore, con lo scopo, appunto, di mostrare quanto spesso, anche in un mondo così serio, si possano verificare momenti di estrema leggerezza che lo rendono molto più vicino alla gente comune di quanto non si pensi di solito.

 

Un libro di poco più di cento pagine, ma molto ricco ed estremamente godibile sia perché la grande capacità descrittiva ed evocativa non va a sacrificare la sintesi e l'essenzialità, sia perché  l'autore racconta con semplicità, comprensione e rispetto, senza far trasparire una qualche superiorità morale o professionale, le umane debolezze di cantanti e musicisti, di protagonisti e personaggi minori di varia nazionalità.

 

Pur trattandosi spesso di “voci di corridoio”, non scadono mai nel pettegolezzo spicciolo o in indiscrezioni che potrebbero in qualche modo danneggiare l'immagine delle persone coinvolte. Per questo Plenizio spesso omette nomi e luoghi e privilegia fatti realmente o presumibilmente avvenuti in un passato relativamente lontano.

 

I diversi episodi sono raccolti per tipologia o argomento e, come in un'opera teatrale, sono suddivisi in atti e intermezzi. Abbiamo quindi il capitolo dedicato a scherzi e accidenti verificatisi fra cantanti e durante le esibizioni operistiche, un altro in cui vengono raccontate vicende che hanno visto come protagonisti direttori e registi, uno dedicato agli animali - e alle loro reazioni - che sono stati volutamente portati o sono apparsi inaspettatamente sulla scena. Infine, come ci si può facilmente aspettare, un capitolo dedicato alle passioni amorose.

 

Naturalmente non mancano aneddoti riguardanti equivoci causati da differenze linguistiche e fatti che hanno coinvolto anche il pubblico. Quando l'autore cita aneddoti raccontati oralmente prende in considerazione le varie versioni e ne facilita la comprensione illustrando il contesto e le difficoltà che possono essere state fra le causedi tali episodi.

 

Leggendo il libro si ha quindi, l'occasione di conoscere in maniera simpatica retroscena e dettagli di opere che non verrebbero notati nemmeno dai più attenti osservatori durante la fruizione come spettatori.

 

Lo scopo dichiarato dall'autore è pienamente raggiunto: la sua passione e l'amore per la musica classica emergono risultando fortemente contagiose e sarebbe quindi veramente molto interessante leggere altre bizzarrie che Plenizio promette di raccontare in una eventuale prossima edizione che, si spera, sia piuttosto vicina. Si può, infatti, essere quasi sicuri, che fra i suoi  “ventiquattro lettori” (ma è facilmente prevedibile che saranno molti di più) ci sarà certamente qualcuno che potrà fornire all'autore altri numerosi spunti.

 

 


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