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18/11/24 ore

Le Chajim di Roberto Fiorentini


  • Elena Lattes

1775 Roma, Diamante, una ragazzina ebrea viene rapita; prelevata dal povero ghetto viene portata a forza nella famigerata Casa de' Catecumeni. Perché è capitato proprio a lei? Chi l'ha denunciata e con quale accusa? E soprattutto, cosa lega la sua disavventura ad un Papa, Clemente II morto nel 1047?

 

Roberto Fiorentini, docente di storia e filosofia in un liceo, ha avuto la geniale idea di trasformare una storia conosciuta soltanto agli addetti ai lavori in un giallo appassionante alla portata di tutti. "Le Chajim" (che in ebraico significa letteralmente "alla vita" e che viene usato come augurio in varie occasioni, fra cui anche i brindisi) edito da Graphofeel, è infatti un romanzo in cui l'autore descrive magistralmente la difficilissima situazione degli ebrei forzatamente rinchiusi dai papi nel ghetto per oltre trecento anni.

 

La storia di Diamante è ispirata alla reale vicenda di Anna Del Monte, adolescente che fu tenuta prigioniera nella Casa de' Catecumeni per tredici giorni e, nonostante le fortissime pressioni psicologiche, riuscì a resistere e a tornare a casa dai suoi genitori. Un caso esemplare, poiché la malcapitata ebbe la forza di raccontare quello che aveva subito in un diario, pubblicato postumo dal fratello, portando così alla luce un fenomeno piuttosto frequente e che terrorizzava tutti gli abitanti del ghetto.

 

Il clero cattolico aveva creato questa istituzione nel 1543 con lo scopo di convertire ebrei, ma anche altri "infedeli" (protestanti, musulmani, ecc.). Gli sventurati, dopo essere rinchiusi in vere e proprie celle sorvegliate 24 ore su 24, erano sottoposti ad ogni sorta di pressione e vessazione. Cadere in questa trappola perversa era estremamente facile: ebrei di ogni età potevano essere denunciati dai cristiani oppure essere"offerti" da chiunque, perfino da parenti e conoscenti. Si verificarono anche casi nei quali i nonni, all'insaputa delle gestanti, offrirono i propri nipoti prima ancora che nascessero. Per i bambini, infatti, non era necessario il consenso dei genitori.

 

"Grazie" a questo sistema fra il 1615 e il 1797, in particolare, avvennero circa 2000 casi di conversioni. In media una al mese.

 

Questo non era tuttavia l'unico problema per i sudditi ebrei di Santa Romana Chiesa: a loro era proibito svolgere qualunque mestiere al di fuori della vendita di stracci (cosa che li ridusse all'estrema miseria) e, dal 1775, con l'"Editto sopra gli ebrei" fu emanata un'ulteriore lunga serie di divieti riguardanti soprattutto il possesso, la riproduzione, la vendita, il dono e qualunque altro tipo di trasferimento di libri che non fossero controllati dal clero e la fabbricazione di oggettistica religiosa.

 

Il romanzo di Fiorentini, però, non ha solo il merito di rendere noti questi barbari soprusi (che, forse è bene ricordare, costituirono inparte un importante precedente a cui si ispirarono i nazisti). Egli descrive con minuziosa precisione, attraverso gli occhi di un giovane livornese capitato a Roma per concludere un grosso affare proprio con i genitori di Diamante, le strade e l'atmosfera dell'epoca, tanto da indurre i lettori ad immedesimarsi nei protagonisti.

 

Si vengono così a conoscere tanti particolari, alcuni dei quali arrivati fino ai nostri giorni e facilmente verificabili per chi ha voglia di girare a piedi per i quartieri centrali della "città eterna".

 

Naturalmente come in tutti i gialli non mancano momenti di suspence e colpi di scena e come nei grandi romanzi moderni le caratterizzazioni psicologiche e sentimentali dei protagonisti. Il racconto è arricchito inoltre dalle spiegazioni di alcuni aspetti della vita ebraica e delle molte citazioni in giudaico romanesco. Nella postfazione sono presenti precisazioni storiche e alcuni importanti documenti.

 

 


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