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23/12/24 ore

La classe scomparsa di Giuseppe Feyles


  • Roberto Granese

L’imprevisto, tra il fantastico ed il grottesco conduce la vita degli uomini verso l’inevitabile capriccio del destino. Questo il filo conduttore di questo interessante lavoro (La classe scomparsa Manni Editori) di Giuseppe Feyles che ci riporta alla mente un modo di fare letteratura dimenticato quanto affascinante.

 

Fra il fantastico e il grottesco dicevo si sviluppano questi racconti brevi all’interno di una sovrastruttura narrativa che prende e da senso alla raccolta; un ispettore scolastico in visita in una scuola vuota, come sospesa nello spazio-tempo, uno strano personaggio alla ricerca di qualcosa di perduto ed idealizzato che si imbatte nel destino che gioca con lui con le carte dell’imprevisto.

 

Il destino gioca con lui, spiegandogli le regole di quel gioco e quasi spiegandogli come la sua partita finirà con uno scacco senza tristezza o paura, ma con la gioia che inevitabilmente deriva dalla soluzione di una tensione sconosciuta, ma presente.

 

Qualcosa che lui imparerà a conoscere mentre scorre gli scritti di quei ragazzi che non vede in presenza di quel prete maestro che lo condurrà tra le voci di quell’orchestra di scritti che suonano il ritmo imprevisto ed imperturbabile di un destino che è anche il suo, in attesa del suo incontro con il preside dell’istituto.

 

Costruzioni di spazio, di tempo, di sentimenti, di vita e di morte, personaggi articolati che scoprono se stessi lentamente tra la follia e la banalità, tra il male ed il bene, tra la terra ed il cielo, quasi tra le mura di Anagoor e le Ragged Mountains passando, perché no, per Golconda.

 

Un bel viaggio quindi questa raccolta, soprattutto dentro l’umanità che l’autore ci riporta avanti, con i suoi limiti e il suo anelito all’infinito, con la sua grandezza e la sua meschinità, con i suoi sogni ed i suoi incubi.

 

Una Umanità in balia del fato che ignara rimane lì, nell’illusione del controllo, a progettare il futuro, persa tra follia e razionalità mentre il destino continua a usare l’imprevisto per sconquassare quei progetti forse con un po’ di cinismo, forse solo per gioco.

 

 


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