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24/12/24 ore

L’uso improprio dell’Amore di Carla Vangelista. Eros, amore e libertà



Carla Vangelista, nata a Roma nel 1954, ha vinto il Premio Under 35 e la Segnalazione Speciale dell’Istituto del Dramma Italiano con l’atto unico Solo per Amore e ha cominciato a lavorare come sceneggiatrice. Parlami d’Amore (Rizzoli) è il suo primo libro, scritto con Silvio Muccino e divenuto un film. Ha pubblicato inoltre il racconto L’Odore nell’antologia Ai Confini della Realtà. Anche il suo romanzo, Un Altro Mondo (Feltrinell), è diventato un film, ancora per la regia di S. Muccino. Collabora con il settimanale  Grazia.

 

Il suo ultimo libro L’uso improprio dell’Amore, (Ed. HarperCollins), ambientato in Francia, fa riflettere sui temi di sesso, amore e libertà.

 

Già la scheda della casa editrice preannuncia in un certo senso una parte di tali temi invitando il lettore a chiedersi se ha mai pensato di vivere una vita che non è la sua, come “Guy  Gougencourt, parigino quasi cinquantenne, con una vita quasi è perfetta. Tutto è al suo posto e va come deve andare: notaio, figlio di notaio, lavora in uno studio prestigioso, ha una moglie, due figli, una bella casa e tutte le settimane va a pranzo dagli anziani genitori. Eppure, ogni mattina Guy si sveglia con un profondo senso di insoddisfazione. Perché la sua vita perfetta non l'ha decisa lui, l'hanno decisa gli altri, gli eventi, il caso. Un giorno, uscendo dalla Gare Paris Saint-Lazare, viene sorpreso da un temporale violentissimo e si rifugia nel primo taxi che vede. Alla guida c'è una donna. Grandi occhi scuri, capelli lunghi e disordinati e un profumo inconfondibile di gelsomino e muschio. Il suo nome è Elodie. Mentre Guy, a disagio, cerca di mettere una distanza fra sé e quella ragazza che lo turba, volge lo sguardo sul sedile e vede un libro rosso dalla copertina consunta e con un piccolo fregio dorato. Ne è irresistibilmente attratto, ma non osa toccarlo. Al momento di scendere per sbaglio lo porta con sé e durante la sua notte insonne, lo legge d'un fiato e il contenuto lo colpisce talmente tanto che non può fare a meno di cercare Elodie. È l'incontro di due persone che abbandonano le maschere che indossano per scoprire la loro vera natura. Elodie riesce a fare uscire Guy dal suo guscio e a liberare la sua anima”.

 

Molto diversa la storia di Elodie: sua madre, ex-pattinatrice su ghiaccio, le ha dato un’educazione molto libera, sempre circondata da amanti che prima o poi la lasciano, come lo stesso padre di Elodie. Segnata da tali esperienze, a soli 13 anni  Elodie legge con interesse il libro del marchese de Sade e in seguito apprende il gioco erotico del suo amante Alain, gioco in cui “chi comanda,  ha il controllo e non soffre” come nel  libro di de Sade.  Il gioco diventa per lei un mezzo per difendersi dal dolore, dal pericolo dell’abbandono, impegnando sempre solo i sensi e mai il cuore per non soffrire.

 

Senz’altro un meccanismo di difesa per lei, mentre per Guy il gioco è assenza di routine,  imprevisto, ricerca del piacere: libero di esprimersi in un modo diverso, si sente felice, lontano da una famiglia d’origine opprimente, da una madre affetta da vittimismo, da un padre autoritario e freddo e un fratello fallito, dai doveri  imposti da una moglie e due figli.

 

L'uso improprio dell'amore si legge velocemente, perché lo stile è scorrevole, i personaggi sono ben delineati e incalzano il lettore con il desiderio di scoprire come finirà la storia fra due esseri umani così diversi. Pian piano le maschere cadono e il “vero” amore mostra inaspettatamente tutta la sua bellezza: non c’è più chi comanda e chi obbedisce, ma solo scambio amorevole e incondizionato in cui si dà e si riceve “alla pari”.

 

Cosa decideranno Elodie e Guy di fronte a tale scoperta? Guy sembra pronto a rischiare, ma Elodie forse ancora una volta fuggirà. Il romanzo a tal proposito è ambiguo.

 

Un libro interessante che fa riflettere non solo sui temi di amore e libertà, ma anche su rapporto uomo-donna, sesso e sentimenti, routine e fantasia, condizionamenti educativi e sociali. Un romanzo che ci fa auspicare non solo una buona educazione sessuale impartita a scuola laddove la famiglia è carente, ma soprattutto un’educazione ai “sentimenti e al rispetto reciproco” nel rapporto uomo-donna.

 

Giovanna D’Arbitrio

 

 


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