Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

22/11/24 ore

L’ebraismo dalla A alla Z, a cura di Paul Petzel e Norbert Reck


  • Elena Lattes

Da quando Papa Giovanni XXIII avviò i lavori che portarono nel 1965 alla dichiarazione Nostra Aetate, il dialogo ebraico cristiano ha sicuramente fatto enormi passi avanti. Nonostante i grandi sforzi compiuti da entrambe le parti, nella gran parte della popolazione cattolica rimangono, tuttavia, alcune ataviche concezioni retaggio di lunghissima e ripetuta propaganda negativa.

 

Certamente duemila anni di prediche e pregiudizi infusi non si possono cancellare con poco e dunque qualunque contributo che aiuti meglio a comprendere e ad approfondire è certamente il benvenuto. In questo contesto “L’ebraismo dalla A alla Z” a cura di Paul Petzel e Norbert Reck, pubblicato dalle Edizioni Dehoniane, costituisce sicuramente un apporto significativo alla conoscenza - e di conseguenza al dialogo e al rispetto reciproco - soprattutto in questi tempi così difficili.

 

Partendo da alcune domande che si sono posti i curatori riguardanti le interpretazioni cristiane della Bibbia ebraica, usata (e abusata) pretestuosamente per la suddetta propaganda, gli autori offrono spiegazioni in un’ottica critica, ma propositiva, per “sradicare le deformazioni accumulate nei secoli [sostituendole] con nuove prospettive”.

 

Circa sessanta lemmi, “presi dagli ambiti nei quali ebraismo e cristianesimo si toccano”, elencati in ordine alfabetico, affrontano gli argomenti più spinosi, come il deicidio, la vendetta (l’”occhio per occhio”), le differenti idee messianiche, la concezione divina,  l’”amore per i nemici”, l’Alleanza e la salvezza e così via. 

 

Ad ogni voce sono dedicati quattro paragrafi: il primo è una breve introduzione con cenni storici ed etimologici sulle incomprensioni; segue la “discussione” nella quale viene spiegata l’infondatezza dei pregiudizi; nel terzo, invece, sono presentati i propositi di come interpretare più correttamente i testi, soprattutto i Vangeli;  infine, nel quarto, viene proposta una ricca bibliografia.

 

Il testo è il frutto di un lungo lavoro collegiale: “Noti specialisti – del gruppo di dialogo ebraico-cristiano, ma anche di altri gruppi di confronto in Germania, Austria e Svizzera – hanno inizialmente scritto una prima versione dei vari lemmi. I curatori li hanno riletti (ed eventualmente rielaborati) in vista di una miglior comprensibilità e brevità; in seguito sono stati affidati a vari membri ebrei e cristiani del gruppo di dialogo per la revisione e il commento. I commentatori hanno aggiunto nei testi  quanto mancava e hanno annotato quanto dal loro punto di vista avrebbe dovuto essere espresso o visto in maniera diversa”. 

 

A questo punto i due curatori hanno inserito le osservazioni e altre delucidazioni richieste, cercando di rendere il tutto più armonico e al contempo sintetico possibile.

 

Nonostante ciò tutte le questioni rimangono aperte, poiché come spiegano Petzel e Reck, le affermazioni concordate non sono definitive, i risultati raggiunti sono solo parziali e non “autoritativi” ne per gli ambienti ebraici, ne per quelli cristiani.

 

Inoltre, il suggerimento delle prospettive da approfondire e sulle quali lavorare rende il lavoro molto stimolante per coloro che sono già impegnati nel dialogo interreligioso o che vogliono approcciarvisi.

 

La facile fruibilità del testo, comunque, può far ben sperare che esso raggiunga un pubblico ben più ampio, affinché il rispetto delle diversità di vedute possa diventare pratica quotidiana sempre più diffusa o, come auspicano i due curatori: “il disprezzo, il rancore e l’odio contro gli ebrei ci possano divenire ugualmente estranei in un futuro non troppo lontano”.

 

 


Aggiungi commento