di Giulia Anzani
Un ragazzo si imbatte in una pila di lettere scritte da soldati italiani della Seconda Guerra Mondiale, mai consegnate ai destinatari: una scoperta che lo spinge a ripercorrere le storie di coloro che le scrissero e ad esplorare la vita del postino che avrebbe dovuto recapitarle. La ricerca, però, non si limita a rivisitare il passato: si trasforma in un viaggio interiore alla scoperta di sé e della propria storia familiare, immerso in un contesto che oscilla tra la guerra e l’amore, di ieri e di oggi.
Questa è, in sintesi, la trama di Lettere minuscole (Le Peore Nere), il romanzo in cui Claudio Dionesalvi apre al lettore uno spazio narrativo nuovo, mai rigido, che lui stesso definisce scrittura senziente.
“Che coinvolga i cinque sensi, ecco perché senziente”, spiega. “La scrittura senziente è un tentativo di capovolgere il rapporto tra narrazione e lettura/ascolto, a partire dalla genesi di un testo: quando scrivo, mi riprometto di ascoltare, studiare molto l’oggetto e i soggetti che mi accingo a narrare”, così l’autore ci accompagna alla scoperta di questo concetto, portandoci oltre i confini della pagina per vivere le parole insieme, in una dimensione che include e trasforma il lettore.
“Di solito, chi scrive qualcosa e la pubblica considera concluso il rapporto con il proprio testo. Io, invece, non vedo il libro stampato né come un punto di partenza né di arrivo, ma come un momento di passaggio”, racconta. “Dopo una prima serie di presentazioni, procedo con la seconda: quando vado in giro a presentare un libro, lo faccio riportando racconti, foto, rumori, musiche che le persone partecipi delle prime presentazioni mi hanno donato. In questo modo”, conclude, “la scrittura assume le sensibilità altrui, se le porta dietro e dentro. Così, dal mio punto di vista, diviene senziente”.
Il libro diventa così pre-testo che si accinge ad essere riproposto in pubblico in forma di ipertesto, un organismo vivo che respira e si evolve attraverso le emozioni e il sentire altrui.
Non è un caso che sia proprio lui a parlare di scrittura aperta e partecipativa: Claudio Dionesalvi nasce a Cosenza ed è insegnante di lettere, ma prima di tutto è narratore e attivista culturale. Già militante del Centro Sociale Autogestito Gram e ultrà del Cosenza, ha dedicato gran parte della sua vita all’impegno sociale e all’educazione dei bambini di origine rom.
Lo spirito militante e volto alla collettività è presente nella sua vita come nella sua scrittura: non solo uno strumento nelle mani di chi scrive ma anche di chi la fruisce, trasformandola in qualcosa di condiviso, un gesto collettivo che richiede il continuo ascolto e sfida il dogma dell’immutabilità della parola scritta.
E in effetti, uno degli aspetti più affascinanti della sua penna è proprio l’approccio dinamico alla scrittura che diviene, così, un atto vivente, che sente e si lascia attraversare dalle voci dei lettori, pronto a modificarsi e a mettersi in discussione. Un atto dinamico e interattivo in cui l’autore non si limita a trasmettere informazioni, ma attivamente s’impegna ad ascoltare le voci dei suoi lettori.
Immaginate un autore che, anziché chiudere un capitolo con un punto, lasci uno spazio aperto per le esperienze e le emozioni di chi legge: quest’approccio trasforma la scrittura in un dialogo, in cui ciascun lettore diventa parte integrante della narrazione, arricchendo e modificando il testo attraverso il proprio vissuto.
La scrittura senziente non si preoccupa di “restituire”, come lui stesso afferma con una certa insofferenza verso un termine che ha un retrogusto di obbligo, di debito. Al contrario, Dionesalvi immagina una parola scritta che si rigeneri e che non si preoccupi del ritorno immediato. È una scrittura che, anziché dominare e trasmettere in modo verticale, mantiene vivi i propri sensi: ascolta, raccoglie si trasforma.
La sua ricerca ci propone di accettare il rischio di non costringere la scrittura in rigidi schemi, ma di lasciar fluire le parole, non solo trasmesse ma vissute. Con Dionesalvi,la scrittura si fa processo vivente, un viaggio corale in cui ciascuno contribuisce con il proprio sentire, arricchendo una narrazione che vive oltre la pagina, pronta a riflettere e risuonare delle storie di tutti noi.
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