Purtroppo vivendo in tempi difficili ed essendo preoccupati per il futuro delle nuove generazioni, cerchiamo di capire le cause dell’attuale caos politico internazionale, informandoci non solo attraverso tg e giornali, ma anche con l’aiuto di vari libri che ci fanno riflettere.
Prima di concentrarci sul testo di Manlio Graziano “Disordine Mondiale”, ne citiamo altri come "Gli ingegneri del caos" di Giuliano da Empoli che analizza il sorgere del populismo internazionale e le sue strategie, "L'età del caos" di Federico Rampini che si concentra sulla fine del dominio occidentale, la crescita di potenze emergenti come Cindia (Cina+India), le opportunità colte da parte di nuove élite creative, infine "Disordine" di Giuliano Noci che individua le cause del disordine in polarizzazioni, come sovranismo e globalizzazione, indebitamento e frugalità, intelligenza umana e artificiale, auspicandone un superamento e un ritorno della centralità dell’Uomo.
Ecco come viene presentato “Disordine Mondiale” da Mondadori: “Il moltiplicarsi di conflitti a cui assistiamo da tempo sembra sfociato in un tragico disordine globale. Una guerra in piena Europa e il drammatico riacutizzarsi della crisi in Medio Oriente hanno contribuito alla percezione che la realtà che ci circonda sia sempre più caotica e incontrollabile. Ma è mai esistito nella storia un momento di pace, ovvero di totale assenza di conflitti? E un «nuovo ordine mondiale» che porti benessere e stabilità è possibile o è solo un'evocazione con cui si cerca di placare l'ansia e la paura provocate dal pericolo di una possibile terza guerra mondiale? Manlio Graziano, esperto di geopolitica e professore a SciencesPo e alla Sorbona, esplora queste domande tracciando paralleli illuminanti tra l'attualità e alcuni momenti chiave della storia moderna.
Dalla Guerra dei t trent’anni conclusa con la pace di Westfalia, alle guerre napoleoniche suggellate dal Congresso di Vienna, fino alla Seconda guerra mondiale e al successivo bipolarismo garantito da Stati Uniti e Unione Sovietica, la «pace» non è stata altro che l'ordine imposto dalle potenze vincitrici agli sconfitti. Tra la fine del secolo scorso e l'inizio del ventunesimo secolo, tuttavia, la dissoluzione dell'Unione Sovietica, combinata all'ascesa della Cina e di altri paesi in via di sviluppo, ha spalancato le porte al multipolarismo: un sistema per sua natura instabile, caratterizzato dal costante slittamento dei rapporti di forza tra i vari attori internazionali.
Gli Stati Uniti stanno oggi perdendo quel che resta della loro egemonia stabilizzatrice, e nessuno può sperare di prenderne il posto senza alimentare, estendere e approfondire il disordine che ormai dilaga sotto i nostri occhi. Il carattere caotico e conflittuale della politica mondiale è dunque destinato a durare. Solo con questa consapevolezza possiamo affrontare le sfide che ci attendono negli anni a venire”.
Senza dubbio un libro interessante, ma discutendone con parenti e amici, tutte persone colte di idee politiche moderate, amanti di democrazia, libertà e diritti umani e civili, abbiamo concluso che purtroppo l’Umanità continua ad ignorare le lezioni della storia e a ricadere sempre più negli stessi errori.
La scomparsa delle grandi civiltà antiche del Mediterraneo dovrebbe insegnarci che nessuna società è immune da decadenza e collasso, ricordandoci la fragilità della condizione umana. Gli attuali gravi problemi, come disastri climatici, crisi economiche, sanguinose guerre, proliferare di armi atomiche e strategie politiche spesso disumane, ci fanno riflettere sui deleteri effetti di estremismi politici e imperialismi vecchi e nuovi che potrebbero davvero mettere a rischio democrazia, libertà e soprattutto Pace.
Dalle note biografiche sull’autore apprendiamo che Manlio Graziano, nato ad Asti nel 1958, si è laureato in letteratura francese presso l'Università di Torino. Trasferitosi in Francia, dove ha conseguito il dottorato in studi politici all'Università di Grenoble, si è specializzato in geopolitica delle religioni. Vive a Parigi, dove insegna Geopolitica e Geopolitica delle religioni alla Paris School of International Affairs di SciencesPo e alla Sorbona. Dirige il Nicholas Spykman International Center for Geopolitical Analysis, scrive su Limes, Gnosis e il Corriere della Sera e collabora regolarmente con «International Affairs Forum».
È autore di numerosi saggi e monografie, tradotti in varie lingue, tra cui: Italia senza nazione? Guerra santa e santa alleanza, L’isola al centro del mondo , Geopolitica, Geopolitica della paura.
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