Nella donna che ammiriamo nella rappresentazione delle opere ci sono residuali feticci femminili che lasciano sorpresi i benpensanti ma che sono un consolidato aspetto della percezione del femminile che, facendo le necessarie distinzioni e prendendo la dovute precauzioni, si trasferisce poi nel sociale.
Se il mondo femminile vi sembra sociologicamente e politicamente già conosciuto, non credo questo valga anche per la concezione artistica, come ho sostenuto nell'articolo riguardo a Chuck Sperry. Nella donna che ammiriamo nella rappresentazione delle opere artistiche ci sono residuali feticci femminili che lasciano sorpresi i benpensanti ma che sono un consolidato aspetto della percezione del femminile che, facendo le necessarie distinzioni e prendendo le dovute precauzioni, si trasferisce poi nel sociale.
La “nonna” Valentina, creatura dell'ormai antico progenitore dei comics di grande successo Crepax, o le ragazze di Milo Manara con i loro giochi saffici, le fantasie sadomaso o le ammiccanti autoerotismi, sono sempre state il contraltare irriverente e provocatorio del femminismo che oggi le “nipotine” scimmiottano nei fumetti attuali, streghette non più dive ma sempre accattivanti e ingenuamente perverse.
Eppure la rivalsa femminista persiste, come nella brutta vecchia newyorkese Marny, che grazie al siero iniettatole da Masopust si trasforma in Satanik, la bella e prorompente diavolessa decisa a riprendersi a tutti i costi quello che la vita le aveva negato, per vendicarsi diabolicamente delle angherie subite.
In My Dear Old Black Bic, curata da Marta Gargiulo, la mano di Diamond, famoso street artist, in disegni monocromi tratta in maniera del tutto personale questo tema, lasciandolo sospeso in intriganti ambiguità che rappresenta con attrattive raffigurazioni di bondage.
Sui fogli di carta bianca usa una penna nera a sfera nera per disegnare una donna che pare abbia preso anche lei quel siero sopra citato: una femmina dal corpo giovane, slanciato ed atletico, con il viso da bambina animato da continue convulsioni erotiche, che sembra continuamente in preda a raptus erotici forieri di godimenti estremi.
Una donna siffatta non va al mercato a fare la spesa, non fa il bucato e nemmeno pela le patate in cucina, non la trovi in autobus e nemmeno la vedi allattare i figli. Non solo, non paga le rate e non è mai in preda al panico per un esame a scuola o per un carico di lavoro eccessivo. Non ha preoccupazioni di soldi, non perché li nega ma perché, al contrario, vive da agiata in un modo da favola tutto dedito alla goduria.
Davanti ai suoi disegni diventi preda di una vera e propria manipolazione voyeuristica, fra legature, cappucci, corsetti e bavagli. Ditemi a chi può non piacere questa donna: è quella che desiderano gli uomini perché è bella ed è bambina, cioè non ti comporta i problemi di responsabilità di una donna matura e in più è sempre in calore, in un parossismo esistenziale che è anche quello che tutte le donne che sono stufe di subire il mobbing e fare le casalinghe sognano (come prova il successo nel 2011 della serie porno soft Cinquanta sfumature di grigio, di Erika Leonard), ma se il sogno si realizzasse chissà se poi sarebbero felici davvero…
Una sublimazione ed un’ elevazione che non arriva agli alti livelli culturali di Medea e Teti (immortalità nello Stige in questo caso eterna giovinezza) ma che rispetto alle stratificate frustrazioni che questa società esprime, per quanto discutibile sia il messaggio, fa stare bene e quindi piace.
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Diamond. My Dear Old Black Bic
Curata da Marta Gargiulo
catalogo di Giulia Trionfera e Marta Gargiulo
Galleria Varsi, Via San Salvatore in Campo 51, Roma
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