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27/12/24 ore

Chuck Sperry, I Fiori delle Vittorie Popolari


  • Giovanni Lauricella

La donna che noi tutti abbiamo nel nostro immaginario è il tema ricorrente che sin dalle origini del genere umano tutti gli artisti si impegnavano a trattare. Questo era anche il fine sociale dell'artista che dava l'indirizzo estetico su cui i desideri collettivi andavano a confluire.

 

Dai canoni estetici della classicità greca delle veneri o da quelli successivi delle madonne, fino alle aristocratiche piene di piume e di perle di un Boldini e oltre, di acqua sotto i ponti ne è passata veramente tanta, al punto che la contemporaneità dell'arte si rivolge ad altri temi e linguaggi tralasciando proprio quella che era sempre stata l'icona di maggiore importanza: la donna.

 

Tutte le religioni, e d'altro canto l'antropologia e la psicanalisi e tutte le altre discipline della mente insieme, danno rilevanza alla donna in quanto procreatrice e preservatrice della specie umana e pertanto la collocano in primo piano nelle varie simbologie o icone dell'immaginario collettivo che fanno parte della nostra tradizione culturale.

 

Oggi tutto questo lavorio estetico e concettuale lo troviamo non più consegnato al messaggio alto della cultura bensì relegato a “canoni” pubblicitari che ne stimolano il mito o alla diffusione di icone grafiche che formano il sottobosco culturale di questa società, dove sono i messaggi popolari che formano la coscienza civile.

 

Mi è venuto in mente tutto questo entrando nella galleria Mondo Bizzarro in via Sicilia a Roma, dove il poster dedicato da Chuck Sperry alla propria mostra “I fiori delle vittorie popolari” che ivi si svolge è appunto Widespread panic, una immagine di donna nuda con una corona e una collana di fiori, dai lunghi capelli biondi che morbidamente si sciolgono sul corpo coprendone i seni.

 

Mi ha colpito il fatto che a sottolineare la corona di fiori c'è una specie di aureola fatta di foglie verdi che a raggiera circondano la testa. Una forma spirituale, ma in stile New Age di eco californiano della donna contemporanea: con gli occhi chiusi e le labbra prossime ad un probabile sentimentale bacio, un corpo magro e giovane di pelle chiara, con le braccia aperte che pare vogliano farle spiccare il volo in alto o proiettarla ad abbracciare chi la guarda.

 

Mi è piaciuto fotografare il quadro dall'alto così da fare immaginare un bacio allo spettatore, mentre al contrario la medesima figura vista dal basso in alto suggerisce l'innalzamento spirituale che tutte le donne desiderano. Una forma sublime della donna, che non vedevo più da Gustav Klimt, mi ha fatto pensare al ruolo che rivestiva l'arte in passato.

 

Chuck Sperry è uno tra i più noti produttori di “rock posters” americani, lavora per committenti come i Massive Attack, Eric Clapton, Moby, Killers e fa una sterminata quantità di collaborazioni pubblicitarie con cui è riuscito ad elevarsi a raffinato artista, al punto da tenere un “tour” in prestigiose gallerie europee dal titolo significativo “I fiori delle vittorie popolari”.

 

A differenza di Andy Warhol, che sembra voler svergognare il consumismo tramite le sue note immagini (La zuppa Campbell, Marylin, Mao...) Sperry va ad edificare e nobilitare l'immagine facendo quasi dei “santini laici”. Fa dunque una cosa che, come ho detto, l'artista contemporaneo non fa più perché è indirizzato ad altre ricerche che esulano totalmente dall' attenzione al reale.

 

Mentre gli antichi conoscevano la donna attraverso la Gioconda o le Veneri di Tiziano, adesso ci identifichiamo con un modello di donna proposto da artisti (autori di poster e comics) che anche se bravi sono esponenti di una cultura comunemente classificata come sottocultura.

 

Il paradosso che voglio ancora sottolineare è che ,dal punto di vista di identità collettiva, la sottocultura ti offre il tipo della donna che ti può piacere e così, quando l'arte cade/scade nel commerciale, affronta il linguaggio iconografico tradizionale. (brillantemente nel caso di Sperry).

 

Nasce così il “canone moderno” che piace all'uomo e alla donna, come edizione in chiave laica dei santini, icone che spingono ad adorare questa donna: se sei uomo, come un voyeur, sperando che sia la tua donna; se sei donna, sperando di essere o diventare come lei, in una sorta di lesbismo concettuale. Vittorie popolari che vale la pena di vedere nei molteplici aspetti che sapientemente e con abile maestria tecnica Chuck Sperry sa affrontare.

 

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dal 07/06/2013 al 10/07/2013

Mondo Bizzarro Gallery

via Sicilia, 251

Roma


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