Nella storia dell'arte molti artisti hanno visto la coniazione di definizioni formulate appositamente per la loro arte, al punto che tale nome o definizione che fosse ha inglobato chiunque avesse qualcosa in comune con le loro opere, tanto da aver contrassegnato col proprio stile intere epoche. Altri, invece, anche senza volerlo, hanno mantenuto sul proprio stile una specie di esclusiva al punto che si è estinto con la morte dell'ideatore.
Avete mai sentito parlare dell' Astrazione lirica? Penso che pochi usino tale termine per definire lo stile di un artista, che infatti è stato usato solo per Georges Mathieu, un artista indubbiamente grande, che difficilmente troverete citato nei compendi di storia dell' arte contemporanea.
Contrariamente a quel che si potrebbe pensare, Georges Mathieu nel 1947 era già famoso, prevalentemente nell'ambiente parigino,per i suoi stravaganti quadri fatti con i tubetti di colore spremuti sulla tela e per le sue pennellate isteriche tracciate nervosamente senza eseguire una forma alcuna, ma, come tutti sanno, si dà a Jackson Pollock la posizione di maggior prestigio nel campo dell'arte informale e a questo nome si associano tutti gli artisti che versavano colore senza forma sulle tele.
In pratica, come al solito, si pensa all'America come alla culla di tutto quello che è innovativo, mentre in questo caso, l'innovazione è partita dall'Europa, dove le sperimentazioni pittoriche di Mathieu per cui è stata formulata la definizione di Astrazione lirica datano dal 1947 e forse anche da prima.
Parlo del periodo del secondo dopoguerra che ha visto il mito americano sovrastare qualsiasi idea e tendenza in campo artistico.
Direi pertanto che dare il giusto riconoscimento a Mathieu, come ha fatto Dominique Stella, curatrice della mostra “Georges Mathieu 1952 - 1986”, con cui la galleria Mucciaccia ha inaugurato il 18 dicembre scorso la sua nuova sede romana, ci aiuti anche a valutare meglio l'influsso di Jackson Pollock e della sua Action Painting sull'arte europea nei medesimi anni, cioè i drammatici e cruciali anni Quaranta.
In esposizione circa 40 opere che illustrano il percorso artistico di Georges Mathieu e si scaglionano fra il 1952 e il 1986. "Nessuno prima di lui era stato trasportato da un simile slancio – così osserva Dominique Stella- da una simile spontaneità, una simile teatralità nella realizzazione di quadri la cui forza nasce dal movimento e anche dalla rapidità di esecuzione".
Abbiamo infatti potuto apprezzare la potenza e l'espressività del suo segno, che traduce su tele di grandi dimensioni il suo pensiero, nutrito di cultura e di interessi storici, che dà pregnanza e sostanza alla modalità espressiva ex professo informale da lui scelta, onde esprimere contenuti complessi, come nelle tele ispirate a battaglie celebri della storia europea.
“Georges Mathieu 1952 – 1986”
Galleria Mucciaccia
18 dicembre 20 febbraio 2014
Largo Fontanella Borghese 86, Roma
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