Gli artisti soci dell'Associazione Culturale In Tempo, insieme a Carla Mazzoni, hanno aperto un nuovo spazio espositivo nel prestigioso quartiere romano di Prati, per promuovere conferenze e dibattiti e ovviamente mostre con un indirizzo artistico di rilevante interesse culturale.
Già a Palazzo Santa Chiara gli artisti si erano espressi con gli stessi contenuti nei ben noti Appuntamenti d'arte organizzati da Carla Mazzoni lo scorso anno. Nella stessa sede sono stati esposti anche gli artisti più importanti del '900 in mostre che rivelavano il percorso critico spiegato in maniera sintetica nell'introduzione al catalogo di Carla Mazzoni e dall'impegnativo testo filosofico di Ennio Calabria, che spiega la corretta linea interpretativa dell'arte con la Critica della ragione pura del 1781 di Emmanuel Kant.
Questi difendeva l'idealismoed in particolare sosteneva chesarebbe un'assurdità sperare di conoscere "qualche cosa di cui ammettiamo che non è oggetto di esperienza possibile" ma è ancora più assurdo "non ammettere affatto delle cose in sé, o il voler spacciare la nostra esperienza per l'unico modo possibile di conoscere le cose".
Arte figurativa, dunque, non per attaccamento alla pittura tradizionale, come dice Carla Mazzoni, ma per comunicare in modo più diretto ed esauriente la "verità".
Di Ennio Calabria, nato a Tripoli nel 1937, vengono esposte Un volto e il tempo. Marcel Proust e un volto e il tempo, Italo Calvino sono due opere emblematiche di questa concezione artistica, insieme a Garrula morte, (2012, 135x200 ), che primeggia nella galleria, rappresentante pappagalli su dei cadaveri in un intreccio di figure da cui, come dice nel catalogo Gabriele Simongini, emerge "quel senso di apocalisse e luminosità purificatrice" tipiche delle opere più recenti di questo artista.
Dinamiche dell'essere (2013), Richiesta di titolo, Nucleo di senso, sono tre opere di Franco Ferrari che, come dice Carla Mazzoni, danno voce a quel sé occultato nel profondo. Quadri di non grande formato dove emergono accenni di figure su fondo nero e viola.
Chiarore, Ascolto e Incontro sono tre opere di Mario Moretti che ci portano nel suo mondo lontano e sconfinato, percettibile più per sensazione e atmosfera dove "l'impalpabile prende forma" come spiega Ida Mitrano nella presentazione del catalogo.
Il trionfo della figura lo vediamo nei nudi nel vuoto di uno spazio indefinibile di Marilisa Pizzorno che ci porta nei suoi sogni "ad evocare l'eternità domestica e quotidiana dell'uomo e dell'esistenza", come dice Giorgio Seveso, corpi dai dettagli anatomici essenziali che ricordano la grande figurazione monumentale degli affreschi, proposti in formato 90 x 120 o 90 x 80.
Senza dubbio in questa mostra ci sono tutti gli ingredienti giusti per sollevare un dibattito enorme sull'arte contemporanea, che segnalerà tutta l'importanza di questo nuovo spazio espositivo, che sorge coraggiosamente in un periodo di difficoltà economiche insostenibili per gli imprenditori dell’arte.
Questo a riprova di ciò che ho sostenuto in un precedente articolo: sono le iniziative spontanee a dimostrarsi veramente interessanti, a dispetto di monumentali spazi che costano alla collettività il flagello dell'incolmabile debito pubblico, rivelando una dinamicità di cui le istituzioni dovrebbero tenere conto.
Lacosainsé
Ennio Calabria, Franco Ferrari, Mario Moretti, Marilisa Pizzorno
Via G. Mompiani, 1/a
Roma
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