Entrando nella galleria Spazio 88 si rimane sorpresi di quanti visi si vedono appesi sulle pareti. Alcuni di piccoli formato, poco più di una mano, alcuni più grandi, disseminati e sospesi come se fossero delle apparizioni misteriose che incombono sullo spettatore. Forse sono fantasmi, o forse simboli di un particolare aspetto sociale che Franco Menolascina ha inequivocabilmente individuato come interlocutori del suo contenuto artistico.
Non sono veri e propri ritratti, bensì sagome oscure di facce senza espressione, delineate con tratti di pennello che intendono l'aspetto umano in senso essenziale, risoluto, come a voler dire un'altra cosa di quello che si ha davanti gli occhi.
Franco Menolascina offre identità e identificazione attraverso i ritratti di volti umani, rintracciando questi valori e vettori comunicativi in una particolarità dell'anima che fa parte della sua ricerca. Una concezione dell'uomo non edificante, un uomo inteso nel senso contraddittorio, che ha in sé la sua parte animale. Negatività umana che può essere anche riflessa in un angelo dalle piccole ali sulle goffe forme di un nano con la canottiera.
Si direbbe che l’artista voglia effettuare una palese provocazione sullo spettatore che, guardando e riguardando, si troverà assalito da un dubbio che è il "gioco" della mostra: si sentirà invitato, ma anche sfidato, a chiedersi chi è l'uomo.
Nel testo di presentazione è un testo di Tiziano Terzani spiega bene la tematica di Franco Menolascina dove fa emergere l'uomo primate, l'uomo scimmia, con una strisciante denuncia della disumanizzazione che viviamo, non a caso prevalgono colori cupi, tra cui il nero, in quadri dove non c'è la bellezza ma l'angoscia dell'artista. Un'ansia apocalittica che contraddistingue l'uomo moderno che è stata la caratteristica rilevante di tanta letteratura.
Traspare dal tema prescelto il problema della felicità, che si fa sempre più irraggiungibile per un uomo che non riesce ad elevarsi al livello di una vera umanità.
Insieme ai quadri sono presenti alcune sculture ed installazioni polimateriche che rimarcano l'argomento della mostra, con un allestimento che lo presenta nella completa unità.
Il progetto della mostra è di Laura Maggi, il curatore è Marco Ancora, con l'allestimento di Giovanni Intrasidola, l’ ufficio stampa di Arianna Olivari e le pubbliche relazioni di Gloria Maggi.
Franco Menolascina
Le Identità e l'Identificazione
Spazio 88
a cura di Marco Ancora
dal 4 giugno al 26 luglio.
Via dei Cappellari, 88
Roma
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