Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

19/04/24 ore

I Bassifondi del Barocco, la Roma del vizio e della miseria


  • Giovanni Lauricella

Siamo tutti portati ad elogiare le opere d’arte di un’esposizione: niente di strano, anzi è doveroso, se si è di fronte a belle ed importanti opere che hanno segnato il tempo in maniera indelebile, a cui si sono adoperati artisti di eccezionale talento. In un periodo attuale dove i curatori spadroneggiano in mostre di arte contemporanea - che spesso sono effimere come scritte sull’acqua - emerge in questa mostra la forza del testo critico espresso da Francesca Cappelletti, professore di storia dell’arte moderna dell'Università degli Studi di Ferrara, e Annick Lemoine, responsabile del dipartimento di Storia dell'arte dell'Accademia di Francia a Roma e professore all’Università di Rennes 2.

 

La mostra, ideata e organizzata nell’ambito di una collaborazione tra l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici e il Petit Palais, MuséedesBeaux-Arts de la Ville de Paris, dove verrà presentata dal 24 febbraio al 24 maggio 2015, ha centrato un tema che ha un’importanza rilevante dal punto di vista storico: essa coglie infatti gli aspetti salienti di quella interpretazione sociale dell’uomo che saranno in seguito i motivi scatenanti delle rivendicazioni da parte degli strati sociali dimenticati dal potere istituzionale, che caratterizzeranno, dapprima in Inghilterra ma successivamente in Francia e poi in tutto l’Occidente, una serie di rivoluzioni: queste ultime porteranno al cambiamento di coscienza umana del cittadino e all’acquisizione e alla estensione massima dei diritti civili.

 

Quale migliore sede poteva esserci se non quella dell’Accademia di Francia a Roma e quale migliore individuazione di espressione del Barocco poteva trovarsi se non quella romana che più di altri è riuscita a cogliere quelle dinamiche che porteranno al cambiamento? 

 

Non a caso era arte di tipo internazionale in quanto concorsero all’evoluzione culturale della papalina città romana artisti stranieri che avevano mecenati prevalentemente della nobiltà bianca, cioè quella che non era schierata con il Papa.

 

Artisti venuti a Roma a fare fortuna, rimasti secondari, tanto che molti quadri sono di autore sconosciuto, che meglio di ogni altro, cioè da stranieri con l’occhio critico e privo di condizionamenti, hanno colto con efficace limpidezza quello che era il popolo di quel tempo.

 

Una “Roma alla rovescia” come dice il testo critico, ma che è al contempo il Barocco alla rovescia, che non descrive teatralmente la fede nel momento del miracolo, che non dà lustro coinvolgente ai potenti, che non crea momenti di fascinosa leggiadria, ma accentua tutte le parti negative dell’uomo, con la stessa forza e sfruttando al meglio la funzionalità rappresentativa del fondo scuro. Personaggi che per l’appunto sbucavano dal buio delle effettive condizioni nelle quali vivevano, colore oscuro cromaticamente giustificato dal tema, non inteso come moda pittorica perché anzi a quel tempo ci si compiaceva piuttosto di esibire capacità di un chiaro scuro estremo per creare virtuosismi di luce.

 

Da questa analisi potrebbe venir fuori la lettura di un Caravaggio “normale”, non legato al proprio tempo per la sua follia, ma espressione pulsante di quel periodo della Roma “dei bassifondi, delle taverne, dei luoghi di perdizione. Una Roma “alla rovescia”, abitata dai vizi, dalla miseria e da eccessi di ogni tipo, che è all’origine di una stupefacente produzione di opere, ricca di paradossi e invenzioni destinati a sovvertire l’ordine stabilito”.

 

Questi artisti, come i Bentvueghels (gli “Uccelli della banda” che si dicevano protetti da Bacco) abitavano tra i quartieri di Santa Maria del Popolo, Sant'Andrea delle Fratte e San Lorenzo in Lucina. Nei pochi pannelli di spiegazione che introducono i temi trattati dai quadri viene evidenziata una caratteristica trascurata nei testi di storia dell’arte: nel Seicento Roma era in preda a bande di artisti facinorosi che spesso concludevano i loro avventurosi incontri in tragici scontri armati. Detti anche bamboccianti,in bent o schildersbent (bande) imperversavano e cercavano di contendersi il prestigio di Caravaggio e dei Carracci.

 

La mostra presenta più di cinquanta opere, realizzate a Roma nella prima metà del XVII secolo da artisti quali Claude Lorrain, Valentin de Boulogne, JanMiel, SébastienBourdon, LeonaertBramer, Bartolomeo Manfredi, Jusepe de Ribera, Pieter van Laer: pittoricaravaggeschi, paesaggisti italianizzanti e bamboccianti, con opere che fanno parte di collezioni private, raramente esposte.

 

-----------------------------------

 

I Bassifondi del barocco. La Roma del vizio e della miseria

Accademia di Francia a Roma

Villa Medici Grandes Galeries,

7 ottobre 2014 – 18 gennaio 2015

 

 


Aggiungi commento


Archivio notizie di Agenzia Radicale

é uscito il N° 118 di Quaderni Radicali

"Politica senza idee - La crisi del Partito Democratico"

Anno 46° Speciale Febbraio 2023

è uscito il libro 

di Giuseppe Rippa

con Luigi O. Rintallo

"Napoli dove vai"

Aiutiamoli a casa loro? Lo stiamo già facendo ma male.

videoag.jpg
qrtv.jpg

è uscito il nuovo libro 

di Giuseppe Rippa

con Luigi O. Rintallo

"l'altro Radicale
Essere liberali
senza aggettivi"

 (Guida editori) 

disponibile
in tutte la librerie