Le opere esposte sono quello che si recensisce delle mostre: sembra una banalità a dirlo, ma alle volte capita che il contesto si fonde in un tutt’uno tale da rendere opera d’arte tutto l’evento espositivo nel suo complesso.
Quando poi, nelle stesse gallerie, il fenomeno si ripete allora c’è da riconoscere che non è più una coincidenza ma è proprio il progetto culturale che gli sta dietro che rende tale questo tipo di mostre.
Ho avuto questa sensazione alla galleria di Gavin Brown, nella chiesa sconsacrata di S. Andrea a via dei Vascellari e poi a Indipendenza, in un vastissimo attico a via dei Mille, vicino a piazza Indipendenza per l’appunto. Due luoghi molto suggestivi dove “l’involucro” espositivo esprime tanto quanto l’insieme delle opere esposte all’ interno.
Se si aggiunge a tutto questo il tipo di visitatori che frequentano queste gallerie ti trovi a considerare un valore aggiunto dato dal look con cui si presentano, insomma un concorso formale di varie componenti che fa di questi posti un qualcosa di mitico.
After Mirage si rappresenta con delle steli disposte in circolo all’interno dello spazio della chiesa sconsacrata, un’installazione forte e suggestiva a fondersi con quello che resta dell’idea di chiesa in un impatto di tipo mistico-surreale, qualcosa che ricorda il new age anche se questo che dico forse non coincide con le intenzioni dell’artista.
Di tutt’altro avviso è il linguaggio dei due francesi all’Indipendenza, che viene composto da una serie di disegni a parete e lavori in tessuto che, giocando con l’astuta tecnica della cucitura delle appliqué, generano un linguaggio formale ed emozionale, abbastanza pop per quanto riguarda Mélanie Matranga, mentre Guillaume Maraud con diverse sculture e installazioni, combinando l’uso del collage e di varie tecniche di assemblaggio su oggetti griffati prodotti in serie, di per sé ingannevoli e contraffatti, tenta di suscitare una costante fonte di desiderio.
Due mostre che sono due suggestioni molto efficaci e cariche di potenzialità, che fanno sentire lo spettatore intrappolato in un turbinio concettuale molto eccitante: un’esperienza, insomma, che vale molto la pena di provare per coloro che vogliono immergersi in un’ esposizione non convenzionale. Gavin Brown sta in una Trastevere fuori dai percorsi turistici e consumistici del quartiere, come anche Indipendenza, che è sita fuori dalle zone dove si trovano le gallerie.
Quindi due luoghi e due mondi a sé, divisi da una consuetudine romana che spesso asfissia le buone intenzioni culturali.
Due mostre da non perdere: valgono la diversione dai soliti itinerari.
Mélanie Matranga / Guillaume Maraud
Indipendenza
Via dei Mille 6 / Roma
dal 25/02/2016 al 16/04/2016
Joan Jonas
After Mirage
Gavin Brown
S. Andrea dei Vascellari / Via dei Vascellari 69 / Roma
Dal 17/02/2016 al 19/03/2016
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