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24/12/24 ore

The Passion, Lo scandalo della Croce nell’arte contemporanea


  • Giovanni Lauricella

Nel nuovo spazio espositivo Pulcherrima Cesare Biasini Selvaggi e Carla Mazzoni inaugurano le attività in calendario con una prestigiosa collettiva intitolata lo "Scandalo della croce nell’arte contemporanea" con importanti artisti, quali Ennio Calabria, Riccardo Tommasi Ferroni (scomparso nel 2000), Giovanni Tommasi Ferroni e gli scultori Vincenzo Gaetaniello, Ernesto Lamagna e Giuliano Vangi.

 

La mostra è nata da un’intuizione di Carla Mazzoni (curatrice insieme a Cesare Biasini Selvaggi) al cospetto del bozzetto del quadro “L’Uomo e la Croce” esposto nello studio di Ennio Calabria. La mostra in effetti rappresenta un’emanazione della iniziativa giubilare di esporre in sette basiliche romane altrettante opere di artisti, che si sono cimentati con il tema della Croce.

 

Questa mostra è stata voluta da padre Daniele Libanori, rettore della Chiesa del Gesù, coadiuvato dallo scultore Ernesto Lamagna e da Paola di Gianmaria, curatrice della mostra e del relativo catalogo. Con tutta evidenza l’argomento acquista una centralità imprescindibile e di grande richiamo per il Giubileo tuttora in corso, per cui segnalo a chi è appassionato di questi temi che essi verranno trattati sabato prossimo nella stessa sede espositiva in un apposito dibattito con la presenza di critici, storici dell’arte e artisti.

 

La Croce che è l’emblema del sacrificio del Salvatore per i cristiani, nonché icona di dottrina e segno di distinzione nei confronti di altre religioni, viene ultimamente ricordata quale effigie di conflitto dai mussulmani in memoria dei crociati e in tutt’altro contesto quale croce ripresa e rielaborata dai nazisti e diventata indelebile memoria dell’Olocausto degli ebrei nell’ultima guerra mondiale; tale argomento assume, però, ulteriore scandalo in questo Giubileo dedicato alla misericordia che proprio nella passione di Cristo ha la sua origine.

 

Il tema è talmente vasto da consigliare una schematica citazione delle opere della mostra che a loro volta sollevano argomenti immensi di cui mi limiterò ad accennare, rimandando per gli approfondimenti ai colti ed esaustivi testi introduttivi.

 

Nel quadro “L’Uomo e la Croce” Ennio Calabria raffigura la Crocifissione vista dall’alto come fece già Salvador Dalì, ma rappresentando il Cristo non in maniera passiva: infatti, anche se ha lo stomaco gonfio tipico di un cadavere, ha un braccio che si aggrappa alla croce come a volerne sottolineare il significato. L’opera, potente e dalla grafica delicata, con effetti drammatici tipo Francis Bacon o Jenny Saville, di grandi dimensioni e di impatto visivo emozionante, primeggia nella galleria come se fosse un monito.

 

Non da meno sono le altre opere esposte, che scandagliano aspetti importantissimi della crocifissione, come il bassorilievo in bronzo di Vincenzo Gaetaniello “Deposizione” e l’altro bronzo, più moderno di linguaggio, “ Paesaggio americano”: prodotti in anni differenti, i due bronzi dimostrano come sia relativa l’età degli stili nell’arte quando si è di fronte ad un tema così importante.

 

La complessa scultura di Ernesto Lamagna vede insieme, in un apposito spazio per lui creato, un Cristo appeso ad un palo, non alla croce, una vecchia donna su una carrozzella (“Ecce Mater dulcissima”) e un burka (“Maddalena”), in materiali ferrosi, resine e stoffa, tre figure di grandi dimensioni che dialogano, isolate in un’ ala della galleria: opera di grande impatto scenografico e scatenante molteplici argomenti.

 

Riccardo Tommasi Ferroni in due pregevoli opere molto classicheggianti esprime tutta la sapienza pittorica e di contenuto tipica di artisti che abbiamo avuto e di cui adesso rimpiangiamo l’esistenza. Giovanni Tommasi Ferroni, il figlio di Riccardo, pone il Cristo, senza piaghe ma con un perizoma rosso a ricordarne il sangue, su un croce nata da un albero secondo l’antica simbologia concepita in epoca paleocristiana e poi arricchita nel Medioevo, che come è noto è condensata nella Leggenda della Vera Croce tanto cara ai francescani e da questi diffusa (si veda l’opera “Lignum Vitae” di San Bonaventura). Giuliano Vangi ci propone un Cristo interloquente, dallo sguardo che ti folgora, un Cristo che interroga, un Cristo dialettico molto addentro alle odierne problematiche.

 

Il catalogo ha un interessante introduzione di Carla Mazzoni e un’ appassionante ricerca sui Crocifissi nell’arte contemporanea di Cesare Biasini Selvaggi. Di quest’ultimo riporto un giudizio che ben esplica il carattere della mostra: dipinti e sculture non vogliono essere opere di arte sacra, quanto piuttosto frutto di un doloroso confronto di artisti - credenti e non credenti con un tema iconografico che implica il mistero della vita e della morte; poiché questo è realizzato in chiave assolutamente attuale, rende testimonianza di una diversa religiosità, “inconscia e scandalosa”, dell’arte contemporanea.

 

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THE PASSION Lo scandalo della Croce nell'arte contemporanea

Ennio Calabria, Riccardo Tommasi Ferroni, Giovanni Tommasi Ferrroni, Vincenzo Gaetaniello, Ernesto Lamagna, Giuliano Vangi.

Curata da Carla Mazzoni e Cesare Biasini Selvaggi

Dal 29 Ottobre fino al 26 novembre 2016

Via Merulana, 44-45 Roma

 

 


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