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26/12/24 ore

Haebel ‘in principio’, al Frame Ars et Artes di Napoli



 di Adriana Dragoni

 

Al Frame Ars et Artes di Napoli, la vivace galleria d'arte fermata dalla pandemia, l'11 novembre, giorno della primavera di San Martino, risorge a nuova vita: c'è gente invitata dalla padrona di casa, l'architetto Paola Pozzi. Sono amici: piccoli gruppi di persone tra loro amiche che si collegano con persone sole o con altri piccoli gruppi, formando un insieme in movimento. Osservando questi vivi collegamenti, guardo poi i quadri 120 x120 disposti con cura sulle pareti. Rappresentano arte non figurativa: elementi colorati che, analogamente, si avvicinano collegandosi tra loro, si collegano con altri, se ne allontanano, si muovono in forme nuove, si aggrovigliano o si dipanano.

 

L'arte non figurativa a volte si vanta di essere espressione istintiva, dando luogo a piacevoli o spiacevoli figurazioni senza senso. Qui quest'arte si dimostra frutto di una riflessione non superficiale, di un lungo percorso  speculativo, che ha prodotto opere lavorate con cura. 

 

Qui c'è  un insieme di colori assemblato con elegante e composta fantasia, che l'autore chiama “mappe”. Sono immagini realizzate senza schemi preconcetti, senza il primo, il secondo piano, lo sfondo, l'alto e il basso. Sono  immagini della natura, che Haebel (Antonio D’Anna), nella mostra “in principio”cerca di rendere libera di esprimere la propria intima vitalità, senza l'intervento dell'uomo, senza la onnipresente, pervasiva razionalità umana. 

 

Soprattutto libera dalle stesse regole prospettiche che l'autore ha imparato, a Napoli, da ragazzo, alunno dell'Istituto Statale d'Arte F. Palizzi e poi studente  dell'Accademia di Belle Arti, dove ha studiato le loro complicazioni nella scenografia. E forse proprio per aver conosciuto profondamente queste regole, le recepisce come dei limiti alla conoscenza, al suo pensiero, alla sua fantasia e, da giovane adulto, cerca di liberarsene, accostandosi a quei movimenti che proprio in questa città erano vivissimi.

 


 

Cosicché dapprima aderisce alla Pittura Nucleare, poi, suggerita da  una diretta esperienza del mondo subacqueo, era un amante di questo sport, crea un'originale pittura subacquea.  Ma non si sente appagato da un'arte fine a se stessa e quindi partecipa al Gruppo Prop Arte Napoletano animato da Luigi Castellano e poi aderisce al Movimento dell'Arte nel Sociale formando il Gruppo X/Arte con Domenico Natale e Raffaele Boemio. Infine Habel, spirito desideroso di conoscenza, si interessa  alle scienze  matematiche, alle teorie del Caos e dei Frattali, descritte da Benoit B. Mandelbrot.

 

Ecco che così ora stiamo a guardare alle pareti della galleria Frame Ars et Artes queste pitture che sono la summa delle sue esperienze umane ed artistiche. Potremmo dire che il Caos e i Frattali sono enti matematici che considerano la realtà in un modo più realistico e quindi più scientifico della stessa scienza geometrica.

 


 

È il superamento della  geometria euclidea, è l'assalto forse il più radicale al modo convenzionale di rappresentare la natura e ogni cosa. Perché la geometria frattalica non solo nega, sconvolgendola, la rappresentazione prospettica tradizionale, basata sull'altezza, larghezza e profondità, da sempre indigesta all'arte napoletana e già vigorosamente combattuta dagli “ismi” otto-novecenteschi, ma i suoi più semplici elementi costitutivi: punto, linea e piano, che spazza via negando che vi sia una netta distinzione tra di loro: ognuno può essere frazione di un altro.

 

Il punto per Maldenbrot non è quello euclideo, astratto, senza dimensioni, ma è il punto archimedeo che si allunga nella linea. Così qui al Frame vediamo il risultato di queste riflessioni, che, negando la geometria euclidea la riporta alle origini più antiche.

 


 

Vi sono dodici quadri di 120x120 centimetri e, accanto a ciascuno di questi ve ne sono altrettanti di 20 centimetri appena, che ne sono le matrici. Ciascun quadro grande, ingrandito e stampato digitalmente, è stato ricavato da quello più piccolo.

 

Ma quest'uso moderno ci riporta all'antico. Questi ingrandimenti sono quasi una dimostrazione parmenidea, poiché Parmenide da Elea (VI/V sec. a. C.) , l'antico fisicòs della Magna Graecia, nel suo poema sulla natura, appunto afferma che la differenza tra una cosa e l'altra non è data dalle loro dimensioni ma dalla logica interna di ciascuna.

 


 

HAEBEL

in principio

Frame Ars et Artes

11 - 30 novembre 2021

Corso vittorio Emanuele, 525

Napoli

 

 

 


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