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23/12/24 ore

The Lobster Empire, Philip Colbert. Tra via Veneto e il Museo di San Salvatore in Lauro a Roma


  • Giovanni Lauricella

“Se non hanno pane, che mangino brioches!” a “Se non hanno la pizza, che guardino aragoste”, pare che lo abbiano pensato nell’amministrazione capitolina sfidando gli amanti dell’arte. Mi riferisco alle aragoste alte più di due metri circa, una addirittura di sei metri, al centro storico di Roma più precisamente a via Veneto nella parte prospiciente Porta Pinciana.

 

Toys art, giganteschi giocattoloni dai colori sgargianti a forma di pupazzi come in una specie di Disneyland che rappresentano buffe aragoste in differenti abiti e pose. Dei balocchi dai colori chiassosi degni di un luna park che invece stanno piazzate in bella vista nella via più prestigiosa della città più importante al mondo.

 

Senza raccontarvi cosa è stata via Veneto negli anni ’50-’60 ai tempi di “Vacanze romane” o della “La dolce vita mi sembra ovvio che una strada mitica vissuta dai più famosi del mondo non debba avere in certe “sculture” rappresentazione.

 

Proprio così, sembrerebbe ridicolo a tutti ma abbiamo delle amministrazioni che permettono queste cose in un luogo super controllato dal ministero dei Beni Culturali e da tanti organismi che vietano a chiunque qualsiasi cosa.

 


 

Piaccia o non piaccia Briatore con Crazy pizza almeno ci ha messo qualcosa che attrae gente con i soldi che si compra una pizza a un prezzo dieci volte superiore (crazy) ma ridurre una strada a un parco per bambini mi sembra troppo.

 

Eh sì, la famosa via Veneto che dagli anni ottanta e in particolare dal Giubileo del 2000 è stata ridotta a corsia preferenziale per gli autobus dove non ci puoi passare e sostare in macchina o con il motorino proprio come al contrario facevano vedere i due bei film sopra citati che trasformarono Roma in una mitica città a pieno titolo capitale del mondo.

 


 

Con questo non metto in discussione le intenzioni di Philip Colbert che come chiunque altro artista può e deve fare quello che vuole ma a chi controlla il territorio qualcosa da dirgli ci sarebbe. Tra l’altro “l’invasione” delle aragoste nella capitale è anche immortalata da una mostra al Museo di San Salvatore in Lauro dall’8 novembre all’ 8 dicembre 2023 dove si possono ammirare oltre alle sculture anche quadri di grande formato che l’artista ha realizzato sempre sullo stesso tema.

 

Insomma un nuovo emulo di Jeff Koons che attirato dalle sue spaventose quotazioni record si è inventato l’aragosta, un fenomeno che già ho affrontato tra queste pagine per la mostra “Stories”.

 


 

Non è che da questo punto di vista Roma sia la peggiore città in Italia, dopo il mega dito medio di Cattelan alla borsa di Milano adesso abbiamo la mega supposta a Brescia, si una vera e propria grande supposta che così pretende di essere, senza bisogno di allusioni o fraintendimenti esposta in strada, arte pubblica per deliziare i passanti.

 

Che volete, è questa l’aria che tira, se i “tecnici” li formiamo in università dove insegnano professori che ottengono la cattedra grazie alla loro brillante carriera come Michele de Lucchi che in una mostra a Napoli ti fa delle casette di cartone come un bimbo delle scuole materne nel quartiere simbolo dei migliori presepi al mondo per i gioielli d’architettura in miniatura che i sapienti artigiani napoletani sanno realizzare, non c’è niente da fare, ci rimane solo di accettare tutto e basta.

 


 

Non è che all’estero se la passano meglio dove non si sono accorti che per settanta anni esponevano un quadro di Piet Mondrian alla rovescia al Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Dusseldorf e che è andato in giro per altri musei sempre esposto in maniera sbagliata.

 


 

Le cose vanno così, bisogna rassegnarsi, poi se arrivano due ragazze che t’imbrattano di pomodoro un Van Gogh o altre due con tette di fuori che vengono a fotografarsi davanti a un  quadro di  Botticelli per racimolare più followers come il selfie della Ferragni che fece impazzire i media e i social qualche anno fa, nessuna sorpresa.

 

Scusate, oltretutto io a queste ragazze non le do nessuna colpa, anzi fanno bene! Si fanno molto bene perché con il livello culturale esistente potrebbero fare di peggio e se non lo fanno, bisogna congratularsi, specie se deliziano la vista più della venere di Botticelli che hanno alle spalle in piena sintonia con la società dello spettacolo di cui facciamo parte.

 


 

Tornando al ruolo di arte pubblica, tema da dove siamo partiti, è ovvio che i passanti di via Veneto e l’opinione pubblica tutta sia attanagliata dall’angoscioso dilemma, pizza o aragoste? 

 


 

The Lobster Empire

Philip Colbert

Via Veneto

Museo San Salvatore in Lauro 

dall’8 novembre all’ 8 dicembre 2023 

Roma

 

 

 


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