Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

22/11/24 ore

Van Gogh forever fino al 7 maggio a Palazzo Palazzo Bonaparte - Roma


  • Giovanni Lauricella

Alla vigilia dei 170 anni dalla nascita di Vincent Van Gogh (1853-1890), dall’8 ottobre 2022, Palazzo Bonaparte ospita la mostra dedicata a lui.  Se si passa da piazza Venezia, dove sta l’ingresso di Palazzo Bonaparte, si può notare una fila di visitatori in attesa di entrare, sacrificio reso necessario dalla notevole affluenza di pubblico, tanto da sembrare un religioso tributo al grande artista.

 

Dire qualcosa di nuovo su Vincent Van Gogh  è una fatica inutile, se si pensa alle innumerevoli pubblicazioni che ha avuto e al grande seguito che ha tra la gente, compreso l’impressionante merchandising basato sulle riproduzioni delle sue opere.

 

Per leggere qualcosa su questo prestigioso quanto popolare artista basta andare su Wikipedia; sarò tranchant, ma fare lo storico dell’arte o il critico del risaputo in questo caso mi sembra superfluo.

 

Insomma, Van Gogh come  fenomeno culturale e commerciale insieme è il nesso che bene hanno colto Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti, che non a caso lavorano perArthemisia, una società che sa fare business nel settore cultura meglio di chiunque altro.

 


 

Siamo di fronte a degli operatori culturali che sono dei geni, o forse è il settore della cultura che è gestita talmente male da dar modo ai privati di inanellare un successo dietro l’altro?

 

Probabilmente l’uno e l’altro, ma c’è anche l’ostinazione ideologica di un sapere elitario che si fa scherno della gente comune ma, al contempo, si struttura in organismi di controllo della cultura, che hanno monopolizzato le istituzioni. 

 

Così abbiamo tanti musei e tanti spazi espositivi pubblici vuoti di pubblico (se mi passate il gioco di parole, che però ben spiega la contraddizione). Il Palazzo Bonaparte ha prorogato la mostra fino al 7 maggio: due mesi in più. Ditemi quando accade una cosa del genere per la stragrande maggioranza degli artisti contemporanei. Così stanno le cose, fatevene una ragione.

 


 

La cultura zoppica perché è fondamentalmente elefantiaca, tra ministeri, regioni, comuni, istituzioni di vario genere, che spesso sono doppioni l’uno dell’altro, e non permettono alla mission per cui sono preposti di esistere e realizzarsi; sì, proprio quel “sistema dell’arte” che Achille Bonito Oliva ha svelato recentemente e di cui ci siamo occupati.

 

Tornando al dunque, Vincent Van Gogh è seguito dagli appassionati dell’arte semplicemente perché comunica, a differenza di tanta presunta e presuntuosa arte che resta nell’oblio, da qui il grande seguito e il successo assicurato ogni qual volte si mette su una mostra.

 

Ma, tanto per scompaginare tutto, come fanno puntualmente i miei scritti, devo anche disilludervi su questo grande artista, visto generalmente come creatore di quadri espressivi di un tormento al limite della pazzia: quello che pochi sanno è che i suoi dipinti erano indirizzati a stimolare calma e tranquillità; ad esempio il blu che ora vediamo era viola, allora molto di moda, scoperta fatta da degli scienziati di Chicago, e alcune porzioni di bianco erano rosso, secondo quanto afferma  l’università di Anversa, questo perché erano i primi colori industriali, poco testati non hanno retto nel tempo.

 


 

Non aggiungo altro per non disilludere gli ammiratori di Van Gogh che si fossero interessati alla lettura di questo articolo.  Se avessimo la possibilità di vederlo con i colori originali ci accorgeremmo di un pittore un po’ diverso da quello che abbiamo sedimentato nell’immaginario. 

 

Il pubblico che si mette in fila per questa mostra merita ulteriori e più esatte spiegazioni, che forse stanno in un’interpretazione storiografica ancora da rivedere.

 

Van Gogh, comunque lo si voglia interpretare  resta ai massimi livelli dell’espressione umana e se l’arte viene tanto apprezzata nonostante le anomalie da me elencate è grazie a questi sommi maestri.

 

 Per questo il titolo recita: Van Gogh forever.

 


 

Van Gogh forever

8 ottobre 2022 

(sarà visitabile fino al 7 maggio 2023)

Palazzo Bonaparte 

Piazza Venezia n. 5 

Roma

 

 


Aggiungi commento