Percussioni che riempiono il buio nella sala, ad annunciare l'esplosione di luci e colori. Ritmo, energia. La bellezza si fa movimento, mentre la musica rincorre i corpi che sfuggono. Inarrivabili, nevrili. Intolleranti alle regole compositive. E' lo spettacolo della "Parsons Dance", sul palco del Teatro Brancaccio di Roma dal 20 al 22 marzo : oltre al leggendario "Caught", la compagnia porta sulla scena alcuni pezzi ancora inediti per il pubblico italiano, gioiosi e "positivi", volutamente dispensatori di emozioni semplici e per questo fruibili in modo intuitivo, diretto.
Le sinuosità femminili si alternano alla potenza muscolare degli uomini, nella condivisa ostilità alle costrizioni, alle gabbie fisiche e mentali, alla cupezza. Tutto è entusiasmo, mentre si susseguono quadri di colore guarniti da una raffinata scelta dei costumi.
L'elettricità estatica del “Solo” di Sylvie Guillem è lontana, certo. Ma la capacità di sorprendere arriva. In “Whirlaway” ritroviamo l'atmosfera jazz di New Orleans, mentre “Train” ci trascina nel vortice aggressivo ed energetico di un rituale che non interrompe mai il proprio tempo. Ed è Parsons, con la sua innegabile dote comunicativa ed espressiva, in grado di lasciarci ancora senza fiato mentre osserviamo i corpi librarsi nel buio, come se volassero. Proprio davanti a noi.
Regina Picozzi