“Matteo Renzi non vende sogni ma solide realtà. Ah, no: quello era Roberto Carlino”. Si ride, e si può ridere, davvero di tutto. Se si ha la giusta attenzione nel cogliere la realtà in cui si vive e nel guardarsi, al tempo stesso, con un po’ di autoironia.. si può. Anzi, si deve. Ce lo dimostra, ancora una volta, Francesca Reggiani. Con il suo “Tutto quello che le donne (non) dicono”, andato in scena al Teatro Olimpico di Roma dal 12 al 17 gennaio scorso e in procinto di varcare il palco del Teatro Nuovo di Milano il prossimo 25 gennaio, l’attrice ci trascina negli angoli indisturbati della nostra quotidianità non raccontata, di manie ed abitudini, seduzione e desiderio. Ci parla del nostro tempo “digitale”, che affida ai social il carico ingombrante delle relazioni e rinuncia al diritto, ormai sopravvalutato, di un futuro che non sia da “utente”.
Si ride, sì. Se ne ha proprio bisogno. Si accetta lo scherzo ma poi si pensa seriamente: forse solo così la realtà diviene più accettabile.. e più visibile. Almeno per un momento, chissà. Le donne single, gli uomini che non invecchiano mai (e che, per questo, restano eterni bambini). E naturalmente la politica, protagonista esilarante di una commedia tutta nostrana. Eh sì, perché “se l’Italia ce l’ha fatta, ad uscire dalla crisi, possiamo certamente farcela anche noi italiani..” .
La verità è nelle battute rapide che rubano il sorriso allo spettatore: sta parlando di me? Di noi? E ci si accorge che forse solo la satira, se nelle mani giuste, sia ancora in grado di risvegliare gli animi, di far traballare la nostra coscienza assopita, stordita, distratta. Siamo tutti un po’ giudici e un po’ “tronisti”, critichiamo negli altri l’assenza di contenuti e poi facciamo di un programma televisivo una corrente di pensiero. Ma non c’è nulla di male, basta saperlo. Basta dirselo: “Sapete perché i televisori li fanno sempre più piatti? Perchè dentro non c’è niente”.
Regina Picozzi