di Giulia Anzani
Mentre il tempo su Roma fa pensare a tutto meno che ad una domenica primaverile, nel cuore di Monteverde, precisamente nel Teatro Vascello, gli spettatori sono come stregati: è la magia della compagnia NoGravity che si esibisce nell’ultima replica del Fontana Project.
La fantastica Mariana Porceddu e il bravissimo Gaetano Di Noto danzano sul palco dando vita al progetto dedicato a Lucio Fontana di Emiliano Pellisari.
Nuovi giochi di luci e ombre, colori esplosivi, musiche liriche e classiche, suoni psichedelici: sono questi gli elementi a fare da cornice del quadro creato dal maestro Pellisari e messo in scena da Mariana e Di Noto.
Una scena suggestiva e sempre nuova che mai stanca, ma anzi si rinnova e reinventa nel tempo, accompagnata dal solito specchio posto perpendicolarmente sul palco, grazie al quale si ha accesso a una doppia prospettiva.
Inizialmente Mariana è apparentemente sola sul palco, semi nascosta dal grande lenzuolo bianco squarciato in diversi punti - simbolo robusto nella sua delicatezza, del concetto spazialista tanto caro al Pellisari.
La ballerina esegue movenze sinuose e decise che fanno prendere coscienza della sua corporalità, della sua imponente presenza sul palco. La sala è totalmente rapita.
Poi compare, in maniera esplicita, Gaetano Di Noto già latente in altri momenti. Le figure dei due ballerini si rendono indispensabili, l’un l’altra.
I movimenti armoniosi richiamano l’ancestrale idea di Yin e Yang insita nell’animo umano, completandosi e muovendosi nello spazio del palco, concetto e materia.
Immersi in quella semplice scenografia, Mariana e Di Noto catturano il pubblico, affascinato dai loro movimenti.
È sempre così, per me, assistere a uno spettacolo dei NoGravity: come entrare in un museo di arte classica e osservare le statue che prendono vita. Mi perdo osservandoli, e non ho necessità di ritrovarmi.