“Nel 2012 le autorità russe hanno scatenato la repressione su più vasta scala contro la società civile dell'intera storia post-sovietica”: a pronunciare queste pesanti parole è l'organizzazione Usa 'Human Rights Watch', in occasione della pubblicazione del suo rapporto annuale sullo stato dei diritti umani nel mondo.
Il rapporto di Hrw mette allo scoperto una situazione agghiacciante, ma del tutto vera, descrivendo i 210 casi in cui la Russia è stata giudicata colpevole dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per gravi violazioni dei diritti umani in Cecenia e per gli abusi registrati durante le operazioni anti-terrorismo nel Caucaso del nord.
Ma l’associazione non risparmia neanche l’Europa e sottolinea con estrema chiarezza come anche “l’Unione Europea non ha garantito adeguati diritti alle minoranze, quali Rom, immigrati e richiedenti asilo” non riuscendo quindi a “mantenere i principi contenuti nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione”.
Ma dal ministero degli Esteri russo, per ora, arriva solo il commento del portavoce, Alexander Lukashevich, che ha dichiarato di non aver letto ancora il rapporto, assicurando però che una risposta arriverà presto per “dimostrare che la Russia non ha la peggiore situazione di diritti umani e coloro che lo sostengono, sono loro stessi non un modello ideale”.
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