Marco e Giovanni ( nomi di fantasia), sono una coppia omosessuale di Pordenone, conviventi da sette anni e registrati al comune della città come “ famiglia anagrafica basata sul vincolo affettivo”. Nonostante questo, o proprio in merito a ciò, si sono visti rifiutare dalla regione Friuli Venezia Giulia l’investimento a fondo perduto per la prima casa, con la motivazione di non essere corrispondenti ai requisiti di legge.
Un passo indietro. Nel maggio 2011 la coppia acquista una casa e decide di chiedere un investimento a fondo perduto di 17mila euro, concesso dalla Regione per chi fa il primo investimento immobiliare e risponda ai requisiti dell’articolo 8 comma 3: “Possono presentare domanda persone maggiorenni in forma singola oppure associata qualora si tratti di coniugi o di conviventi more uxorio (come matrimonio)”: essendo registrati come famiglia, Marco e Giovanni inoltrano la richiesta.
Nell’ottobre 2012, con una lettera della Banca Mediocredito del Friuli Venezia Giulia, i due si vedono respingere il procedimento proprio perché non rispondenti al requisito more uxorio; oltre al danno anche la beffa, perché nella lettera viene spiegato che se avessero fatto richiesta da singoli cittadini quasi sicuramente avrebbero avuto il finanziamento.
L’Arcigay Friuli decide quindi di interessarsi della pratica perché ”ci è sembrata da subito una discriminazione - spiega Giacomo Deperu, presidente Arcigay Friuli - oltretutto basata su una contraddizione evidente”.
Così la vicenda passa in mano all’avvocato Francesco Furlan, presidente della Commissione Pari Opportunità di Pordenone; ciò nonostante la pratica viene rigettata per la seconda volta perché, se per il comune di provenienza Marco e Giovanni sono una coppia more uxorio, non lo sono per gli uffici legali della Regione e la banca può respingere la richiesta.
Ora l’associazione Arcigay, sostenuta da varie sentenze che definiscono 'more uxorio' anche l’unione tra coppie dello stesso sesso e come tali aventi gli stessi diritti delle coppie coniugate e da normative europee che invitano ad agire in tal senso, ha deciso di scavalcare la Regione, con una denuncia alla stessa, presentando la pratica davanti al Tar, che se dovesse accogliere il procedimento e bocciare l’”interpretazione” del Friuli Venezia Giulia concedendo il finanziamento, creerebbe un precedente per tutti i casi equivalenti.
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