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04/05/24 ore

Eterologa, il divieto è incostituzionale. La legge 40 a giudizio della Consulta



La legge 40 approda di nuovo sul banco degli imputati. Secondo il Tribunale civile di Milano il divieto di fecondazione eterologa previsto dalla norma violerebbe alcuni principi costituzionali, tra cui il principio di eguaglianza tra coppie, il diritto alla salute e quello fondamentale all'autodeterminazione della coppia.

 

Secondo i giudici lombardi, che hanno sollevato la questione di incostituzionalità della legge davanti alla Consulta, l'impossibilità di ricorrere alla donazione dello spermatozoo o dell'ovulo di persone esterne alla coppia o alle banche del seme per la fecondazione in provetta è un ostacolo alla “possibilità delle coppie eterosessuali sterili o infertili di poter concorrere liberamente alla realizzazione della propria vita familiare”.

 

L'ordinanza dei giudici milanesi è stata emessa sul ricorso di Maria Paola Costantini, avvocato di una coppia infertile a causa della azoosperima del marito che si era rivolta al tribunale chiedendo di poter ricorrere all'eterologa. Già nel 2009 la contestata legge era finita davanti alla Corte Costituzionale ma i giudici avevano dichiarato illegittimi solo i comma 2 e 3 dell'articolo 14 del provvedimento, il cui impianto rimase intatto.

 

La Consulta aveva poi rinviato la questione ai tribunali interessati (Catania, Firenze e Milano), chiedendo una nuova valutazione in base ad una sentenza della Grande Chambre della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo che, pronunciandosi sul caso di una coppia austriaca, aveva di fatto legittimato il divieto.

 

Quest'ultima ordinanza, quindi, oltra ad essere una “buona notizia”, “dimostra – come spiega Costantini – che la questione non è affatto chiusa, anzi, si è di nuovo sbloccata. Ora – conclude il legale – di stratta di esaminare il problema alla luce dei diritto europeo, ma soprattuto di quello italiano”. (red)


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