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03/05/24 ore

Divorzio, una nuova coppia sospende 'di fatto' l'assegno di mantenimento



Se l'ex-coniuge ha un nuovo legame stabile può perdere il diritto agli alimenti. E' quanto ha stabilito la corte d'appello di Bologna con una sentenza in cui è stata confermata la decisione in primo grado del tribunale che permetteva a un ex marito di sospendere l'assegno di sostentamento alla 'fu' moglie da tempo legata ad un altro uomo.

 

L'esistenza di una nuova famiglia di fatto, secondo i giudici, “altera o rescinde la relazione con il tenore e il modello di vita caratterizzante la pregressa convivenza matrimoniale”: il diritto all'assegno divorzile, spiega ancora la sentenza, non sarebbe compatibile con l'instaurazione di una “convivenza 'more uxorio' da parte del potenziale avente diritto. E che nella fattispecie concreta tale convivenza esista è ormai pacificamente acquisito”.

 

L'ex coppia, infatti, dopo un matrimonio senza figli durato qualche anno, decide di separarsi e poi divorziare fino all'incontro di lei con un altro uomo con il quale va a convivere. L'ex marito crede che sia dunque giusto non pagare più gli alimenti e il tribunale di primo grado gli dà ragione: lei fa ricorso in appello ma la Corte conferma la prima sentenza.

 

Andrà comunque considerata l'instabilità del nuovo legame, sottolineano però i giudici, “ammettendo che il relativo diritto entri in uno stato di quiescenza potendosene riproporre l'attualità per l'ipotesi di rottura della convivenza tra i familiari di fatto”.

 

La vera portata innovativa della conclusione della Corte di Bologna, in ogni caso, è sicuramente riscontrabile nella palese equiparazione della famiglia di fatto a quella di diritto, soprattutto sul piano giuriprudenziale: la sentenza dei togati emiliani secondo Guglielmo Tocci, avvocato dell'ex marito, mette sullo stesso piano le due tipologie di nucleo familiare “mentre il legislatore non si è ancora pronunciato sulla materia e la discussione è ancora aperta in Parlamento”.

 

Sintomo, questo, della sempre più profonda crepa tra il terreno fertile dei cambiamenti sociale e culturali e la distesa arida della legislazione italiana. (F.U.)


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