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23/11/24 ore

Sgomberi Rom a Roma, lo vedi ecco Marino...



Polizia municipale, polizia di stato, carabinieri; e poi ruspe e lamiere e baracche che vengono giù come castelli di carta. Sono le 07.15 di giovedi mattina quando partono i lavori dello sgombero forzato di 35 famiglie rom nell'insediamento informale di via Salviati, nell periferia est di Roma.

 

120 persone che lì vivevano dallo scorso giugno, dopo la fuga dal mega campo di Castel Romano, un maxi “ghetto monoetnico” fuori dal contesto urbano, come lo avevano definito i rom in una lettera di protesta indirizzata al primo cittadino capitolino. Che, forse qualcuno tende a dimenticarlo, non è più l'Alemanno furioso col chiodo fisso dei nomadi, ma il democratico Marino, amico delle biciclette, dei fori imperiali e della raccolta differenziata.

 

Quest'ultimo sgombero, dunque, è frutto dell'ordinanza del neo-sindaco datata 5 agosto 2013 che aveva disposto “il trasferimento immediato di persone e cose dall'insediamento abusivo” sito in via Salviati al “villaggio della solidarietà” di Castel Romano.

 

Luogo di degrado e sovraffollamento che – spiegano Amnesty International Italia, Associazione 21 luglio e Centro europeo per i diritti dei rom (Errc) – non può “essere ritenuto un'alternativa alloggiativa adeguata essendo stato comprovato come condurre la propria vita all'interno di detti insediamenti comprometta la fruizione di diritti imprescindibili sociali ed economici e condiziona fortemente la vita dei suoi abitanti, spesso anche in dispregio dei diritti umani”.

 

La popolazione rom aveva perciò lanciato un appello al dialogo in cui si chiedeva a Marino di creare nuovi percorsi di inclusione, partendo da confronti diretti con le autorità ma – spiegano ancora le tre organizzazioni – gli incontri avvenuti “per modalità, tempistica e partecipanti non possono essere considerati in alcun modo 'genuine consultazioni'”.

 

Considerato ciò e l'assenza di alternative abitative adeguate – sostengono Amnesty, Associazione 21 luglio e Errc – quest'ultimo sgombero “non rispetta gli standard e le garanzie procedurali previste dalla normativa internazionale, ponendosi in continuità con le ripetute violazioni dei diritti umani perpetrati già dalla passata Amministrazione capitolina”.

 

Non c'è alcun dubbio – ribadisce infatti Carlo Stasolla, della 21 luglio – che questo sia “a tutti gli effetti un sgombero illegale: non è stato neanche deciso ancora cosa ne sarà di queste persone. E' la politica del sindaco Marino – conclude il presidente dell'associazione – sgomberi illegali. Almeno Alemanno aveva il coraggio di metterci la faccia. Lui neanche quella”. (F.U.)


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