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16/11/24 ore

Droga, la battaglia persa dei proibizionisti



“Ci saremmo sparati la vitamina C se l'avessero dichiarata illegale”. Perchè, si sa, il fascino del proibito a volte è più stimolante della trasgressione in sé, soprattutto se quel divieto è imposto dall'ordine costituito, mamma e papà o governi che siano.

 

Eppure, da quasi un secolo, la politica globale adottata per combattere il fenomeno droga pare abbia fatto leva unicamente su due imperativi ciechi e sordi alle dinamiche realmente in atto in tanti Paesi e in diverse realtà: proibire e punire. Oggi, dunque, ci si trova nel bel mezzo di una guerra persa, in cui l'esercito dei proibizionisti non può che alzare bandiera bianca di fronte al reale potere del narcotraffico e del mercato degli stupefacenti.

 

Almeno, queste sono le conclusioni a cui sembra esser giunta l'Onu, secondo la bozza di un documento delle Nazioni Unite fatto pervenire al periodico britannico 'Observer': un testo che, di fatto, riconoscendo le oramai palesi divergenze in materia di lotta alla droga tra le varie realtà mondiali, ripercorre e modifica i passi di una strategia finora totalmente fallimentare. Nella maggiorparte delle nazioni, infatti, il metodo finora applicato non ha fatto altro che far aumentare l'uso di sostanze psicotiche, così come la diffuzione di Aids tra i tossicodipendenti.

 

Nella bozza, scritta lo scorso settembre, viene in primo luogo criticata la politica internazionale portata avanti dagli Usa, basata unicamente sul divieto come sola arma per contenere il problema: una soluzione in netto contrasto con quanto richiesto da vari Paesi convinti della necessità di un approccio più 'umano', che metta al centro della propria azione la tutela della salute pubblica, piuttosto che una improduttiva lotta giustizialista che, infine, gioca a favore di cartelli della droga e gruppi paramilitari.

 

Una critica agli States mossa in primis dall'Ecuador e dal Venezuela, contrari a una politica esclusivamente proibizionista, ma anche dall'Unione Europea, dalla Norvegia e dalla Svizzera, convinte dell'importanza di una prospettiva diversa sul tema e dell'assoluta priorità che la cura dei tossicodipendenti, la loro riabilitazione e il loro reintegro in società dovrebbero avere.

 

La bozza del documento, scrive l'Observer, dovrebbe essere resa pubblica entro la prossima primavera, una volta concordato un testo che possa essere la base di una dichiarazione congiunta di “alto livello” sulla droga che funga da faro nella sempre più buia lotta al narcotraffico. (F.U.)


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