"Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti". Questo recita l’articolo 3 della convenzione sui diritti dell’uomo, violato dalla stato italiano relativamente ai fatti della scuola Diaz, secondo quando deciso all’unanimità dalla Corte europea di Strasburgo. Per la Corte europea dei diritti umani quanto accaduto il 21 luglio 2001, in occasione dell’ormai tristemente noto vertice dei G8 di Genova, “deve essere qualifica come tortura”.
All'origine del procedimento c'è un ricorso presentato da Arnaldo Cestaro, rappresentato dagli avvocati Nicolò e Natalia Paoletti, Joachim Lau e Dario Rossi.
Secondo quanto si è appreso, la condanna dell’Italia è stata decisa anche perché il nostro Paese non ha una legislazione adeguata per punire la tortura. «La Corte - si legge nel documento pubblicato sul sito della Corte di Strasburgo - ha riscontrato una violazione dell’articolo 3 della Convenzione, a causa dei maltrattamenti subiti da Cestaro e di una legislazione penale inadeguata per quanto riguarda sanzioni contro gli atti di tortura e misure dissuasive che prevengano la loro reiterazione». «Dopo aver sottolineato il carattere strutturale del problema - si legge ancora nel dispositivo che suona pesantissimo - la Corte ricorda che, per quanto riguarda le misure per rimediare, gli obblighi positivi che spettano allo Stato italiano in merito all’articolo 3, possono comporre un quadro giuridico appropriato, anche attraverso disposizioni penali efficaci» .
Sul reato di tortura, c’è una proposta di legge che non soddisfa, perché cataloga il reato di tortura fra quelli comuni, approvata al Senato e che giace ancora alla Camera con la lentezza peculiare del nostro legislatore.
Quello dell’introduzione dei reato tortura rappresenta uno dei cavalli di battaglia radicali in difesa dei diritti umani e civili, come testimoniano la costante mobilitazione guidata da Marco Pannella, a partire dalla condizione disumane delle carceri.
In Parlamento, tra i più attivi, il senatore Luigi Manconi ha dato il nome alla suddetta legge, per la verità un po’ depotenziata. A conferma del suo attivismo, il parlamentare del Pd, proprio domani, mercoledì 8 aprile 2015, prenderà parte alla una conferenza stampa in programma a Montecitorio in merito alla proposta di legge sul reato di Tortura. Interverranno i deputati M5S Vittorio Ferraresi e Giulia Sarti, Fabio Anselmo (avvocato), Ilaria Cucchi, Grazia Serra, Antonio Marchesi (presidente Amnesty International Italia) e Simona Filippi (Associazione Antigone).
È strano constatare l’assenza all’incontro di quanti, i radicali per l’appunto, sono mobilitati 24 ore su 24, in una delle tante battaglie di civiltà su cui l’Italia mostra la corda con colpevole inerzia. (red.)
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